«Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!» (2Cor 6,2b).
La Quaresima è un tempo di cui ogni cristiano ha bisogno, anche se non ne avverte
di fatto l’esigenza. È, in verità, un tempo di prova, o se si vuole un tempo in cui
misurarsi con la tentazione, alla quale nessuno può sottrarsi. Lo stesso Figlio di Dio
volle provarla quando, dopo il battesimo nel Giordano, «lo Spirito sospinse Gesù
nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana» (Mc 1,12). «Infatti la nostra vita in questo pellegrinaggio non può essere esente da prove e il
nostro progresso si compie attraverso la tentazione. Nessuno può conoscere se
stesso, se non è tentato, né può essere coronato senza aver vinto, né può vincere
senza combattere; ma il combattimento suppone un nemico, una prova» (S.
Agostino).
Nessuno abbia paura della tentazione, sia perché essa non è peccato, sia perché per conoscere il proprio valore occorre sottoporsi sempre a un esame, in ogni campo. E
la tentazione è proprio la verifica che consente di apprezzare i propri risultati.
Scelga, perciò, ciascuno l’ambito in cui mettersi alla prova. Se ci riuscirà, al termine
del cammino quaresimale, festeggerà una Pasqua diversa, ma vera.