Graffiata dai segni delle ingiustizie la nostra Italia si ritrova giorno dopo giorno ad affrontare le difficoltà che ostacolano le vite degli italiani e le speranze delle nuove generazioni. Noi giovani avvertiamo con molta sensibilità il dilagare della disoccupazione e vediamo sottratta la possibilità di concretizzare le proprie prospettive lavorative. Sarebbe opportuno, dunque, far sentire la nostra voce che pretende risposte efficaci per la crescita e lo sviluppo della nostra comunità. Ma tutti i giovani sono disposti a far sentire questa voce? Purtroppo «è l’era dello sballo e del cambiamento». Molti la intendono così la nostra generazione in cui sono solo pochi i ragazzi che hanno la testa sulle spalle.
Tante trasformazioni hanno turbato il mondo giovanile in cui vengono storpiati concetti e valori che stanno alla base dell’etica e della moralità. Basti pensare a tutto quello che ci circonda. I mass media ogni giorno si rivelano strumenti che ci bombardano di stimoli negativi e ci propongono di trascorrere le nostre giornate in continua competizione con il prossimo. Tesi a raggiungere una serie di mete materiali, capita raramente di fermarci a riflettere o anche solo a guardarci dentro. Si attiva così una sorta di vuoto esistenziale e si crea un rallentamento di altri processi maturativi, quali la formazione di una famiglia o l’entrata nel mondo del lavoro.
Questo è un serio campanello di allarme per una nuova Italia che ha pertanto bisogno di persone oneste, competenti e tenaci. Allora ci chiediamo: il nostro mondo è forse indifferente e passivo? Siamo giovani silenziosi e non contestatori? Ma questo silenzio a cosa è dovuto? La risposta è che avvertiamo un senso di diffidenza generale, ci sentiamo frustrati e disagiati in un mondo che non ci ritiene all’altezza e in una società che ci sottovaluta. D’altro canto è pur vero che siamo i primi a non saperci mettere in gioco, ad avere un senso di rifiuto verso le realtà circostanti comprendenti la sfera politica e quella religiosa. Focalizzandoci su quest’ultima, abbiamo riscontrato negli ultimi anni un progressivo allontanamento dei giovani dalla dimensione cristiana.
Sono in molti coloro che dopo aver terminato il percorso di catechesi si distaccano volontariamente dalla Chiesa per motivi futili e spesso insensati: «Non ho tempo!», «cosa devo andarci a fare?», «cosa diranno i miei amici?», e tendendo a generalizzare casi sporadici: «I preti sono tutti ipocriti». Esistono, però, realtà positive di cui molti non sono a conoscenza. Noi giovani dell’Azione Cattolica ne siamo una prova. Nel nostro piccolo cerchiamo di essere una comunità attiva che, guidata dalla fede, vuole migliorare la società attraverso attività interessanti di preghiera e di riflessione. In fondo, ricordiamoci che tutti siamo giovani forti e la realtà di oggi ha bisogno di credere nelle nuove generazioni in modo da poterci permettere di programmare un futuro migliore.
Gruppo giovanissimi di Azione Cattolica parrocchia “Cristo Re” di Mazara del Vallo