Prima moglie, poi mamma e nonna. Ma, soprattutto, donna. Nel giorno in cui si celebra la Giornata internazionale della donna Rosetta Ingargiola, 74 anni, torna a casa con un mazzetto di mimosa e una rosa rossa. L’omaggio floreale è stato dei due sindacalisti Tommaso Macaddino e Giovanni Di Dia, che lo hanno donato a lei ma anche a tutte le altre donne che hanno vissuto i 108 giorni terribili del sequestro dei propri cari a Bengasi. Rosetta Ingargiola, la più anziana, è diventata il simbolo del dolore composto, della rabbia mai gridata e collante tra tutte le donne (mogli e figlie) che hanno sofferto per tre lunghi mesi.
Ora che tutto è stato risolto felicemente col ritorno dei pescatori a casa, Rosetta Ingargiola, qualche giorno fa, è tornata ad accompagnare suo figlio Pietro Marrone – comandante del “Medinea” – al porto nuovo di Mazara del Vallo. Una nuova ri-partenza verso il mar Mediterraneo e per lei un altro scossone d’emozione e preoccupazione. «Fare la mamma è difficile e deve essere un ruolo da svolgere con tanta responsabilità – racconta – così come fare la moglie si deve avere un carico infinito di pazienza e collaborazione».
Trentuno anni fa Rosetta ha perso il marito. Era anche lui pescatore. Poi nel ’96 la morte del figlio Gaspare, comandante del “Nuovo Ngiolo” che si inabissò nel mare in tempesta. Lo scorso settembre l’ennesimo colpo al cuore: il sequestro del figlio Pietro insieme ad altri 17 pescatori a Bengasi. Ma Rosetta, custode di un dolore composto, per i tre lunghi mesi vissuti nell’aula consiliare del Comune di Mazara del Vallo, è stata testimone di un’umanità profonda.
«La mia famiglia ha vissuto una vita con il mare – racconta – per chi lavora andare in navigazione è tutto, ma per chi rimane a terra è un continuo stare in ansia e preoccupazione». La lontananza, il rischio e quelle comunicazioni via cellulare interrotte perché “il segnale non c’è”. Le emozioni sì, però, che si vivono ogni giorno e non solo oggi che è la Giornata delle donne. «La nostra festa? Non è soltanto oggi ma tutto l’anno. Basta essere una brava donna, rispettare e farsi rispettare». Rosetta tiene il mazzetto di mimose in mano, si infila in macchina e accenna un sorriso. Ora è tempo di tornare a casa.
Max Firreri

