Lo scorso inizio di marzo tutti i direttori italiani della Pastorale sociale siamo stati convocati a Salerno per il 3° Seminario nazionale, per dare una immediata continuità a quanto discusso e trattato alla 48° Settimana sociale di Cagliari sul tema “Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo e solidale (dalla citazione n. 192 della Evangelii gaudium di Papa Francesco, 2013). In 164 delegati in rappresentanza di 84 Diocesi, e con una nutrita presenza dei direttori di Pastorale sociale delle Diocesi siciliane, ci siamo presentati a Salerno animati da un comune desiderio ed unanime aspettativa e vale a dire: cosa fare e come farlo. Lo spirito di partecipazione è stato proprio quello di essere presenti ad un atteso seminario ove ricevere i “semi” necessari per farne germogliare i frutti e coltivarne le attività anche nella nostra diocesi di Mazara del Vallo.
Due gli argomenti trattati: cantieri di lavoro nei territori ed ecologia integrale secondo la Laudato Sì. Ha introdotto monsignor Fabiano Longoni [LEGGI QUI L’INTERVENTO DI LONGONI]. Ritrovatici dopo Cagliari sicuramente non per un ripetitivo e abituale rituale da copione teatrale ma per necessità di dare appunto «continuità a un lavOro di noi tutti operatori affinché le nostre Chiese si sentano protagoniste di una buona battaglia in prima linea» affinché le Pastorali tutte agiscano insieme nelle Diocesi d’Italia in comunione ed in unione e per imparare a condividere lo stesso FINE: «Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventi uomo, perché l’uomo umanizzi la sua umanità». Due soli argomenti per due aspetti prioritari: la mancanza di lavoro e le attività socio-politiche, chiave di risoluzione di tante problematiche e sofferenze di persone. Per la tematica del lavoro, dal progetto “Cercatori di lavoro” (che ha avuto il compito e il merito di ricercare su scala nazionale le buone pratiche sul lavoro esistenti) si passa ora ai Cantieri di lavOro.
Il cantiere
Il concetto e l’idea di cantiere in generale è proprio quella di un luogo, di uno spazio o di una area attrezzata dove si realizzano e progettano attività e lavori diversi. Spazi e luoghi dove realizzare appunto progetti e dove l’idea si materializza nella realtà visiva e tangibile di ciò che si è costruito e realizzato. Similmente sono da intendere i costituiti cantieri di lavOro, vale a dire quei luoghi esistenti o da istituire in ogni Diocesi dove potere realizzare, programmare progettualità diverse aventi per oggetto e finalità il lavoro. A livello centrale, quale unità operativa di raccordo, i cantieri di LavOro è stato concepito anche come una piattaforma organizzativa aperta (gestore la società NeXt) e in continuo aggiornamento e comunque a servizio delle Diocesi. Una piattaforma anche a disposizione di ogni parrocchia circa le attività e azioni da esse svolte o da svolgere sul tema del lavoro secondo le specificità e i particolari bisogni di ogni territorio, intendendo così sopperire all’attuale mancanza di una rete unitaria e stabile di relazioni, informazioni e conoscenze fra le Diocesi. [LEGGI QUI IL PERCORSO DI CANTIERI DI LAVORO DI LUCA RAFFAELE].
Quattro al momento sono di fatto ed in concreto le attività previste:
- Mappatura delle buone pratiche sul lavoro;
- Costruzione di un archivio aperto e a disposizione di ogni realtà diocesana e parrocchiale delle attività già presenti, realizzate o in corso di realizzazione;
- Sperimentazione di laboratori ( multistakeholder = parti e soggetti interessati) dove riunire le buone pratiche dei territori, dei volontari delle Diocesi e anche dei giovani per condividere esperienze positive e sviluppare nuovi progetti sostenibili;
- La creazione di una rete di qualità delle buone pratiche.
In tale contesto il progetto Policoro rappresenta di fatto la prima realtà ed attività visibile e tangibile di cantiere di lavoro quale esperienza positiva dell’attività diocesana. Pieno sostegno è stato dato a tale progetto come anche indicato nella relazione presentata da monsignor Santoro Arcivescovo di Taranto e Presidente del Comitato per le Settimane Sociali dei cattolici italiani. A riguardo della possibilità della creazione di posti di lavoro (filiera dell’agroalimentare, tutela dell’ambiente, turismo) e recupero del patrimonio immobiliare collegato anche a quello inestimabile delle nostre chiese locali, interessante è stato l’intervento di don Paolo Bonetti, consigliere ecclesiastico nazionale Coldiretti che ci ha illustrato ed informato sulla nuova legge 158/17, detta legge Relacci, della quale è stato il primo firmatario, riguardante i piccoli Comuni sotto la soglia dei 5.000 abitanti. L’utilizzo delle agevolazioni di detta legge sicuramente potrà portarci oltre alla creazione di posti di lavoro anche alla creazione di buone pratiche di valore economico, sociale ed anche culturale. [LEGGI QUI LA RELAZIONE DI DON BONETTI].
Per il territorio diocesano andremo a segnalare a livello centrale i progetti già codificati e chiavi in mano. È indispensabile e prioritaria l’attivazione del già istituito “Osservatorio sociale” permanente e anche delocalizzato, sia per le attività del lavoro che per quelle sociali, affinché anche si monitori e proponga, sull’esempio di Cagliari, alcune proposte politiche concrete ai propri territori. La Commissione sarà composta, oltre che dal nostro pastore e guida il Vescovo monsignor Domenico Mogavero, da sacerdoti, sociologhi, psicologhi, pedagogisti, economisti, medici e tutte quelle figure che di volta in volta si reputeranno necessarie e utili per affrontare la trattazione di ogni problema e situazione sociale denunciata e narrata.
In questo modo le Chiese si integreranno sempre meglio nella funzione di promotrici del Regno». Pertanto non si può più fare a meno della presenza di buone sentinelle che nel sentire e con attenzione osservare segnalino ai loro parroci, al momento individuati come primi referenti dell’Osservatorio, i problemi rilevati per una sistematica mappatura che sarà effettuata dall’Ufficio di Pastorale sociale diocesano. Successivo passaggio sarà l’istituzione di una Commissione diocesana di Pastorale sociale, che dovrà affrontare e trattare le problematiche sociali rilevate nel nostro territorio, per poter collaborare con le altre commissioni regionali e nazionali. [LEGGI RELAZIONE BASSETTI-SANTORO].
I festival
Per favorire il nascere e l’individuazione di buone pratiche, l’idea è quella di istituire due festival (delle buone pratiche parrocchiali e delle buone pratiche degli amministratori locali) la cui finalità è quella di mettere in relazione i partecipanti e fare emergere o avviare la cultura delle buone pratiche. Ai parroci, per avviare le attività di partecipazione al primo festival, sarà proposta un’attività pratica per l’esercizio e la pratica del bene comune. Ai Parroci per avviare le attività di partecipazione al primo Festival proporrò un’attività pratica per l’esercizio e la pratica del bene comune: Curo la mia Chiesa curando la mia parrocchia. Con gli stessi andrò a concordare modalità e azioni ma il cui certo scopo sarà quello di educare i fedeli a prendersi cura di un bene che è di tutti loro principalmente e così facendo favorire la partecipazione ed il dialogo secondo l’idea, anche questa suggeritaci da Papa Francesco, che il modo migliore per dialogare è fare qualcosa assieme.
Calogero Amodio
Direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro