[TRAPANI] La storia di Angela Ruggero, mamma, poliziotta e vedova dal 1999: «La mia vita per Simone»

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Sorride Angela. E sorride pure Simone che a stento riesce a pronunciare: «Bella Mazara del Vallo». Lui è rimasto stregato dal mare e dai colori quest’estate durante due giorni di vacanza con la mamma in un bed & breakfast del centro storico. Perché ci si innamora pure delle piccole cose quando gli occhi non soltanto vedono ma anche parlano.

Quelli di Simone sono proprio così, si muovono coi sorrisi di un ventenne costretto sulla sedia a rotelle per una malattia genetica che non ha ancora un’identità. Non un nome, non una cura precisa ma soltanto la certezza che avanza. «È stata una via graduale – ricorda la mamma Angela – anno dopo anno il peggioramento».

Simone quando è nato era un bambino normale. Una crescita regolare, i primi passi e una piccola malformazione ai piedi che mai avrebbe fatto pensare ad una malattia genetica. Era il preludio di un vita diversa per Simone e per tutta la sua famiglia. «Ricordo il mio giuramento quando entrai in Polizia, Simone venne in Campania coi propri piedi» dice Angela Ruggero, 43 anni, poliziotta in servizio presso la Questura di Trapani, un sorriso che si illumina riflesso su quello dell’unico figlio. A sette anni il giro di boa per i segni evidenti della malattia, scandito da una pennellata indelebile di colore nero: la morte del padre, la scomparsa di chi era stato a fianco di Angela e di Simone nel percorso di una vita sino ad allora normale.

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Angela Ruggero e il figlio Simone Salvo.

Anni difficili che non hanno fatto arrendere questa mamma, pronta a scoprire l’evoluzione di una malattia a tutt’oggi senza un’identità. Anonima, invasiva, senza freni anche dinnanzi alla freschezza della giovinezza. Da allora sono iniziati i viaggi tra i migliori ospedali d’Italia affinché qualcuno potesse dare un nome e una cura a quella malattia. Speranza di una mamma appesa anche ai piccoli riscontri, se mai ci fossero stati. Tutto vano di contro all’evoluzione che ha portato Simone nel 2001 sulla sedia a rotelle.

Accettare che la vita di tuo figlio cambia così repentinamente è dura, mi ha aiutato Dio e Simone stesso – dice Angela. Ricordo che provavo di nascosto la sedia a rotelle, mi sedevo e spingevo, era un modo per accettare che da quel momento mio figlio avrebbe visto il mondo da seduto.

Una prospettiva diversa per vedere la vita, senza arrendersi, «perché non c’è tempo per piangersi addosso » dice Angela. Simone in questi anni si è diplomato al liceo artistico di Trapani e ancora oggi i suoi ex compagni vengono a trovarlo, nonostante gli impegni universitari. Da qualche mese per lui è anche arrivato l’hip-hop: due volte a settimana mamma Angela lo accompagna in palestra a Paceco, «la musica lo carica e lui si muove con la testa, con il cuore». Una vita normale nella sua diversità quella di Angela e di suo figlio Simone, vissuta nonostante le ferite che gocciolano; cadi e ti rialzi, «perché capisci quanto è importante vivere». Non si sono arresi mai mamma e figlio e il sorriso di Simone è quello che Angela ha voluto condividere con gli altri: «Io sono felice quando so che una goccia della sua gioia viene vissuta da altre persone, perché nonostante in questo mondo ti scontri con tantissime stupidaggini, guardi gli occhi di tuo figlio e sei felice. Ma guai a chiudersi a riccio, non bisogna sentirsi soli, né esclusivi ». E Simone che ascolta si lascia scappare: «Io sono un ragazzo fortunato». Poche parole per un amore condiviso che risplende nel suo sorriso genuino. E in quello della sua mamma Angela.

Max Firreri per Condividere

 

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3 Commenti

  1. Angela carissima! grazie del tuo esempio di Mamma, Donna e figlia di Dio! soltanto l’Amore ci rende speciali e capaci di sorridere sempre alla vita… l’Amore di Dio ti ha plasmato , rendendoti docile e unica nella tua meravigliosa vita vissuta affianco a Simone con Gesù e la Madonnina…!
    L’Amore…è più forte!
    L’Amore vince…. ! L’Amore dona…sempre!
    con stima e gratitudine Sara

  2. Ciao Angela sono Vincenzo Fradella, mi è piaciuta tsnto questa tua testimonianza, sappi che ti sono vicino con la preghiera.Coraggio e sii, come Maria, madre nostra sempre dritta ai piedi della Croce, non dobbiamo mai ripiegarci su noi stessi. Un affettuoso abbraccio per te e Simone.

  3. Ciao Angela e Simone, avere letto questo articolo ma soprattutto vederVi dopo tanto tempo ci ha fatto immenso piacere e tanta commozione. Nella speranza di rivederVi presto Vi siamo vicini e vi abbracciamo.

    I tuoi cugini di Salaparuta
    Luca, Irene, Maria e Salvatore che vi pensano sempre.

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