Da un’analisi della Conferenza episcopale siciliana è stato evidenziato il continuo aumento di fedeli che si recano da sacerdoti, e a volte anche da laici, per chiedere di essere liberati da presunte possessioni e/o infestazioni diaboliche causate, a loro dire, da malefici e fatture. A questa crescente richiesta tentano di rispondere dei sacerdoti, animati da slancio pastorale nel recare conforto e aiuto alle persone bisognose. Essi le accolgono, ascoltano e benedicono. Alcuni sacerdoti, tuttavia, non agiscono in maniera uniforme e coordinata, intervenendo in vari modi con la celebrazione di sante messe, recitando preghiere di liberazione e di guarigione e, in qualche caso, praticando preghiere di esorcismo. Talvolta le preghiere di liberazione sono recitate nelle chiese davanti all’Eucarestia solennemente esposta, in adunanze pubbliche, con il rischio di alta spettacolarizzazione e con il pericolo di grave disorientamento dei presenti.
Durante queste celebrazioni qualche sacerdote passa persino tra i fedeli benedicendoli uno per uno con il Santissimo Sacramento, verificandosi spesso urla, parolacce, bestemmie e cose del genere che turbano non poco i fedeli presenti e specialmente i bambini e i più deboli. Altre volte tali preghiere avvengono in case private guidate da laici, qualche volta anche assistiti da sacerdoti. A tal fine i Vescovi siciliani hanno stilato un documento con le linee guida circa gli esorcismi e le preghiere di guarigione e di liberazione.