Missione, aiuto ai malati, esperienza di condivisione, fede e crescita. In due sole parole un “cammino gioioso” all’insegna della fraternità cristiana verso i santuari internazionali e nazionali come Lourdes, Fatima, Terra Santa, Banneux, Loreto, Assisi, San Giovanni Rotondo, Pompei, Siracusa. È una testimonianza viva quella dell’Unitalsi che anche quest’anno, in occasione della Giornata del malato, è stata vissuta nella Cattedrale Ss. Salvatore di Mazara del Vallo. Storie che s’intrecciano, racconti che emozionano.
«Per me tutto ebbe inizio nel 1981 – racconta Anna Monteleone, una volontaria della sotto sezione di Mazara del Vallo – dopo aver perso prematuramente il marito, ho iniziato ad interessarmi dei bisognosi e dei malati. Ricordo come fosse ora quella prima volta a Lourdes, lì dove si coglie subito un senso di benessere e gratificazione, un luogo dove si ha la sensazione di pienezza, caratterizzato da un forte clima di fratellanza, condivisione e di speranza». La gioia nel donare muove il volontariato dell’Unitalsi: «Non sono gli ammalati a dover ringraziare me, ma io a dover ringraziare gli ammalati che con le loro lezioni di vita sono un esempio per tutti noi» racconta ancora Anna Monteleone.
Volontari da un lato e ammalati dall’altro. Storie che raccontate danno speranza. Come quella di Francesca D. che, grazie ad Anna Monteleone, è andata a Lourdes per la prima volta nel settembre scorso: «Sono partita da ammalata – racconta – ma in breve tempo ho sentito il bisogno e la necessità di aiutare gli altri, oggi sono diventata anche io una volontaria. Inizialmente avevo timore e vergogna dei miei problemi fisici, ma dopo questa esperienza ho acquisito sicurezza e benessere». E racconta ancora: «Quel bagno nella vasca mi ha tolto il fiato, mi ha donato una nuova sensazione di forza e sicurezza. Così è iniziato il mio impegno nell’aiutare gli altri».
L’Unitalsi è presente su tutto il territorio italiano con 19 sezioni, 2 delegazioni estere e circa 280 sottosezioni, dove circa 100.000 volontari dedicano il proprio tempo agli altri, specialmente a chi ne ha più bisogno. Le persone in difficoltà ammalati, diversamente abili o anziani sono la ragione fondante dei loro pellegrinaggi. E grazie all’aiuto di tanta gente generosa e volenterosa che da qualche anno si possono realizzare numerose iniziative di grande significato spirituale e sociale, come le case famiglia per le persone disabili e sole, gli appartamenti di accoglienza per le famiglie dei bambini che arrivano nei grandi centri ospedalieri, i progetti di intervento in favore degli anziani soli.
Daniele Cona