[CARNEVALE] Festa e balli in parrocchia: a Campobello di Mazara “La carità è festa”

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Venerdì 17 febbraio la Caritas dell’Unità pastorale di Campobello di Mazara ha organizzato una festa di carnevale nella parrocchia San Giovanni Battista. Una piacevole serata nella semplicità delle relazioni fraterne e della gioia dal titolo “La carità è festa”, che si ripete da qualche anno. Tutti apostoli della carità e tutti fratelli, accogliendo l’invito del nostro Vescovo monsignor Angelo Giurdanella, nel giorno della sua nomina: «E se un passo deve ritmare il percorso che ci attende sarà il passo degli ultimi, degli scarti della nostra società, di chi stenta perché piccolo e fragile». La serata è stata organizzata dagli operatori Caritas Enza Lupo, Rossella Leone, Donatella Randazzo, con la collaborazione di tanti parrocchiani.

Circa 60 assistiti hanno partecipato alla festa: tra di loro anche alcune famiglie di musulmani, la famiglia ucraina e la famiglia magrebina ospiti in parrocchia. Un momento di allegria e condivisione, di relazioni e reciprocità, con il linguaggio del contatto, dello sguardo e del sorriso. «Una comunità famiglia ospitale allarga il cuore, ritempra lo spirito per essere una comunità-casa dalle ‘finestre aperte’, così da rimanere attenti e in ascolto di chi sta ancora fuori, continuando ad abitare la ‘strada e il villaggio’, con le sue numerose periferie», spiegano le operatrici.

Riprendendo le parole di Papa Francesco pronunciate in occasione dell’udienza concessa alla Caritas Internationalis, nella sala Clementina il 27 maggio 2019, le operatrici hanno ricordato che «la carità non è una sterile prestazione oppure un semplice obolo per mettere a tacere la nostra coscienza. La carità è l’abbraccio di Dio nostro Padre ad ogni uomo, in modo particolare agli ultimi e ai sofferenti, i quali occupano nel suo cuore un posto preferenziale».

Ancora le operatrici: «Il progetto ‘La carità é festa’ si ispira a una forma di carità viva, in ascolto del cuore dell’uomo e si struttura attorno a momenti di festa o di uscite, di preghiera e di annuncio; un cammino in cui i poveri diventano i protagonisti indiscussi, tutti insieme comunità nuove, per crescere nella dimensione del dono e della tenerezza. Una carità che diventa creativa nel trovare il linguaggio comunicativo giusto, ovvero il linguaggio del contatto, dell’allegria e dell’accoglienza».

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