Una Cattedrale gremita di fedeli ha accolto ieri sera due nuovi presbiteri nella Chiesa che è in Mazara del Vallo. Don Antonino Gucciardi e don Davide Chirco nella Cattedrale Ss. Salvatore di Mazara del Vallo sono stati ordinati presbiteri dal Vescovo monsignor Domenico Mogavero, durante la celebrazione che ha visto partecipe quasi tutto il presbiterio della Diocesi. «Certamente – ha detto il Vescovo nella sua omelia rivolgendosi proprio ai due diaconi – carissimi figli, tante volte il Signore vi ha chiesto nel corso della vostra vita, e negli di anni di seminario in modo più pressante e impegnativo: “Mi ami tu?”. E la vostra risposta è stata positiva, variamente contestualizzata e motivata, fino a condurvi amabilmente davanti al presbiterio e alla comunità celebrante che chiedono al Padre di consacrarvi e santificarvi con il suo Spirito per rendervi, a immagine del pastore buono, partecipi della sua missione salvifica».
Già nel pomeriggio sia don Davide che don Antonino avevano affidato i loro messaggi di gioia agli amici tramite i propri profili sul social network Facebook. Il giuramento, invece, era avvenuto presso le parrocchie d’origine – Salemi per don Antonino e Petrosino per don Davide – in occasione delle Veglie.
«Antonino, Davide – ha detto ancora il Vescovo rivolgendosi ai due diaconi – pascete con amore attento e vigile di pastori i miei agnelli, vi dice il Signore. Sono vostri fratelli che domandano di essere voluti bene, di essere guidati nelle vie della santità e di essere sorretti nelle loro debolezze e fragilità. Non ritenetevi con arroganza padroni che dispongono degli agnelli loro affidati, come quel servo che, in assenza del padrone, percuoteva i servi e le serve, mangiando e ubriacandosi, meritandosi la sorte degli infedeli».
Don Nino e Don Davide raccontano le loro storie su Condividere.
E ancora il Vescovo: «Antonino, Davide, pascete con intelligenza creativa di liturghi le mie pecore, raccomanda il buon Pastore. Il vostro servizio sacerdotale sia partecipazione umile, devota, semplice all’ufficio dell’eterno sacerdote». Durante l’omelia non è mancato il riferimento all’esempio di don Pino Puglisi: «Il carisma del celibato – sono ancora le parole del Vescovo – con il quale vi siete consacrati a Cristo e alla sua Chiesa con cuore indiviso è il segno interiore ed esterno di una paternità vissuta nella libertà con amore oblativo che si fa servo di tutti e che dona se stesso fino alla testimonianza suprema: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15,13). È l’esempio del beato don Pino Puglisi, propostoci con l’autorità infallibile del magistero ecclesiastico come martire della fede per avere testimoniato la verità contro ogni violenza». L’appello, dunque, del Vescovo: «Coltivate, perciò, la relazione interpersonale e il dialogo, “pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1Pt 3,15), ricordando anche che “oggi la Chiesa deve stabilire relazioni con il mondo che la circonda e in cui essa vive e lavora” (Paolo VI, Ecclesiam suam, 13)».