«Una via che mi è particolarmente cara è quella che da Mazara del Vallo solca il Mediterraneo per approdare sulle sponde del Maghreb. Spero che questa via che congiunge le due sponde del mare nostrum non venga abbandonata, tradendo uno dei tratti identitari della Chiesa Mazarese». È l’auspicio di monsignor Domenico Mogavero che, domenica scorsa, in Cattedrale ha presieduto l’ultima celebrazione eucaristica da Vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo.
«Il gemellaggio con la Chiesa di Tunisi, realizzato nel 1998, mi ha aperto una prospettiva che ha rinsaldato i vincoli di comunione con quella Chiesa, estendendoli alle Chiese di Libia, Algeria e Marocco, che formano la Conferenza Episcopale regionale del Nord Africa – ha detto Mogavero – questo legame coltivato per undici anni mi ha fatto conoscere una realtà ecclesiale originale e ricca dalla quale sono convinto abbiamo molto da imparare per affrontare le sfide che il post moderno e la secolarizzazione stanno ponendo alle Chiese del vecchio Continente». Ancora Mogavero: «In particolare mi hanno colpito la vitalità e la vivacità di Chiese numericamente piccole, ma aperte e a servizio di tutti e il loro atteggiamento nei confronti dell’Islam, che da noi viene visto come il grande spauracchio del prossimo futuro. In questa via ho scoperto anche di avere avuto un antesignano nella persona del Vescovo Antonio Maria Saeli, (1882–1900), presente alla dedicazione dell’antica Cattedrale di Tunisi sulla collina di Cartagine avvenuta il 15 maggio 1890, come documentato in una lapide posta all’ingresso dell’edificio».
Nell’Omelia della santa messa conclusiva del mandato episcopale, Mogavero ha ribadito: «In modo discreto e nel rigoroso rispetto della mia nuova condizione di Vescovo emerito, rimarrò a vivere in questa Chiesa, alla quale mi lega il vincolo sacramentale dell’ordine sacro, servendola nella preghiera e nell’offerta del mio ministero, quando mi sarà richiesto e fin quando Dio mi darà la forza per farlo». Il Vescovo, prima della celebrazione eucaristica, ha salutato le autorità civili e militari durante un incontro che si è tenuto presso il palazzo vescovile.