Domenica 17 dicembre, alle ore 18, presso la chiesa madre di Gibellina, verrà ordinato diacono permanente il castelvetranese Davide Caravà. Qui di seguito la sua testimonianza.
Grazie ai miei genitori sin da piccolo sono stato sempre credente e praticante, ma con gli anni ho maturato la mia fede nel Signore. Con la voglia di conoscerLo sempre più. Lungo il percorso della mia vita grazie a Dio ho riscoperto sul serio quella perla preziosa, che è Gesù, il quale, grazie a lui e con grande stupore, adesso sarò ordinato diacono permanente. Sì, con grande stupore, perché Dio mi ha sempre stupito e custodito, e ha fatto di me giorno dopo giorno una meraviglia agli occhi suoi. Negli anni di crescita e cammino nella fede ho capito sempre più l’amore che Dio ha per me. È bello sentirsi amati e sapere che c’è un Padre a cui puoi rivolgerti quotidianamente e si prende cura di te.
La mia vocazione al diaconato permanente nasce gradualmente. Anni fa, quando il mio confessore mi propose di intraprendere gli studi teologici, il diaconato permanente per me era una figura che ancora non conoscevo. A Lourdes incontrai quella che sarebbe stata la mia futura sposa. Venendo anch’egli di un percorso di fede personale e comunitario nella comunità di Betania, dopo qualche anno, con il consenso di mia moglie, ci siamo imbattuti in questo progetto di vita che Dio aveva preparato già da tempo per noi, il diaconato permanente. Grazie a mia moglie che mi ha supportato negli anni negli studi teologici, negli incontri di formazione, pian piano, non con poche difficoltà, e con sacrifici, sono riuscito ad andare avanti, così terminando gli studi teologici e di formazione.
Le mie due splendide figlie Miriam ed Elisabetta, nonostante la loro precoce età, ci hanno accompagnato negli incontri di formazione spirituale e comunitaria e ci hanno sostenuto anch’egli con il loro modo di fare, nelle parole e nelle opere; d’altronde Dio si nasconde e parla attraverso i piccoli. E di questo ne sono testimone. È da un anno che ho ricevuto l’ammissione agli ordini sacri. L’ammissione agli ordini sacri è il primo sì verso il diaconato permanente. Dopo circa 10 anni di discernimento, studi, formazione che ha assorbito energie anche nella famiglia, nel lavoro, con i figli; un cammino intenso e bello che ha portato tanti doni sul quale sicuramente si sono presentati anche ostacoli ma che sono stati superati con l’aiuto di Dio. Il diaconato, come ministero della carità, ha una naturale propensione a quelle periferie esistenziali verso le quali Papa Francesco invita la Chiesa ad andare. In questo senso il diacono è un costante richiamo alla comunità cristiana, affinché in essa trovino accoglienza in modo particolare quanti sono scartati.
In questi anni ho esercitato con gioia i ministeri che il Signore mi ha donato, Lettorato, Accolitato, presso la chiesa madre di Gibellina e nella parrocchia Maria Ss. di Tagliavia di Vita. In questi anni ho avuto anche modo di approfondire insieme a queste belle comunità parrocchiale, il significato profondo dell’eucarestia, attraverso la preghiera comunitaria, il servizio all’altare e l’adorazione eucaristica, presenza viva di Gesù. Ho avuto modo di accostarmi agli ammalati, portando Gesù eucarestia, scoprendo il volto di Gesù sofferente, nei fratelli e nelle sorelle che il Signore mi ha fatto incontrare. Servendo e aiutando la mensa dei poveri (a Salemi), in quanto sono coordinatore. Sono stati momenti intensi, di riflessione, di crescita, sia da un punto di vista umano, spirituale, ma soprattutto nella fede, sperimentando sempre più quanto Dio ci ama attraverso le persone bisognose.
Voglio ringraziare con immensa gioia il Signore per l’ordinazione al diaconato permanente che riceverò nella chiesa madre di Gibellina. Ringrazio Gesù che mi ha donato la vita, mi ha chiamato a seguirlo e non mi ha abbandonato mai. Ringrazio anche la mia famiglia che è ed è stata sempre importante in questo cammino di fede. Cercherò di mettermi a disposizione dei bisogni della nostra Diocesi in obbedienza al Vescovo, con la piena disponibilità come si richiede ad un ministro ordinato. Non si può pensare ad una “Chiesa in uscita” se non si diventa una chiesa che ascolta, e che prima di tutto non si mette in ascolto della Parola di Dio.
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