Che cos’è la bellezza? Lo chiedevamo ai bambini della scuola elementare e materna di Marinella di Selinunte quando li abbiamo invitati a seminare dei girasoli – in memoria di Pino Veneziano – con la motivazione di fare un gesto bello e rendere più accogliente, con un gesto significativo, il posto che abitiamo. Tra le tante risposte alla fine abbiamo concordato questa: «La bellezza è che quando una cosa ti piace vuol dire che ti emoziona, che ti smuove qualche sentimento dentro». in questa definizione formulata da noi assieme ai bambini in maniera infantile è, forse, svelata una verità? E chi lo sa cos’è la bellezza?. E dov’è? Forse, hanno ragione i bambini, è in quel battito di cuore che si manifesta ogni volta che provi un’emozione. con la tua bella ragazza, con un fiore o con un buon frutto da mangiare o con una musica che ascolti.
Ma quel battito di cuore, che dentro di noi ci fa dire: «Ah! che bello», ti incuriosisce e spinge ad approfondire e a saperne di più sulla tua ragazza, sul fiore, sul suo profumo, su quale frutto farà; e per la musica chi è l’autore e così via. La bellezza, l’emozione, quando vengono colte, stimolano voglia di conoscenza, curiosità, approfondimento proprio per goderne di più e meglio apprezzarla. Quindi bellezza e conoscenza sono strettamente correlate. E che cos’è la conoscenza se non luce? Dicevamo ai bambini che se siamo in un luogo che non conosciamo e se ne va la luce è probabile che inciampiamo perché non abbiamo la conoscenza del luogo.

Ci è sembrata una buona metafora per farlo capire a grandi e piccoli. Per questo nella semina dei girasoli davanti al Parco archeologico di Selinunte abbiamo voluto coinvolgere i bambini e con loro seminare simbolicamente la pianta del girasole, perché in natura segue il sole per nutrirsi della sua luce, quello che i biologi vegetali chiamano eliotropismo. quindi bisogna inseguire la luce della conoscenza ed essere eliotropici. Soltanto la luce della conoscenza riempie le anime di qualità, rende le anime capaci di essere libere e giuste. Se vogliamo avere un mondo più libero e con più giustizia sociale si deve lavorare soprattutto per la qualità dell’anima delle persone e per la bellezza dei luoghi che si abitano. E in questo momento di smarrimento per il mondo intero tutti dobbiamo fare uno sforzo e trovare un minimo comune denominatore e seminare su questo solco.
Umberto Leone e Ute Pyka per Condividere