[IL PERSONAGGIO] Il Beato Óscar Arnulfo Romero martire di Cristo per i poveri e gli oppressi: profeta dell’America Latina

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Solo un Papa argentino che ha vissuto nella propria carne la realtà latino americana ha potuto riconoscere la forza del martirio del Vescovo del Salvador Oscar Romero, martire di Cristo per i poveri e oppressi. La beatificazione si è tenuta nel Salvador, alla Vigilia di Pentecoste, il 23 maggio scorso, giorno in cui la Chiesa celebra la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli radunati con Maria, ed oggi su tutti i credenti. Lo stesso Spirito che ha illuminato, guidato e dato forza al Vescovo Romero nel coraggio di annunciare e denunciare. Monsignor Oscar è stato un uomo che ha ascoltato il grido dei poveri, che ha visto le sofferenze del suo popolo, che  si è fatto voce dei senza voce; un vescovo che ha fatto di  una Chiesa un popolo, e di un popolo una Chiesa. La prima cosa che voglio mettere in evidenza è che nel martirio di monsignor Romero vengo riconosciuti tutti i martiri di quel tempo e di quel popolo; donne, uomini, bambini, sacerdoti, religiosi e laici che sono stati barbaramente ammazzati per anni, dal 1980 al 1992, da una terribile dittatura militare, sotto gli occhi inermi di tutti i potenti occidentali, del Nord America e dell’Europa.

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Dodici anni di guerra civile, dove si contarono circa settantacinquemila morti, ottomila desaparecidos e un milione di profughi. Una dittatura che può essere definita inumana e diabolica, di distruzione e di morte, ancora presente nella memoria viva della gente, nei ricordi di molte persone e anche in tante piazze dove ci sono  i segnali degli spari e le lapide, con lunghi elenchi di nomi di persone umili e poveri, che come Cristo sono i crocifissi di oggi, caduti sotto gli spari dei fucili dei militari, letteralmente crivellati da proiettili, venduti anche dalle fabbriche di armi presenti nel nostro territorio. Ho avuto modo di rendermi conto personalmente di quello che Romero è stato e continua ad essere per quel popolo: un comunista? Un sociologo? Un teologo della liberazione?  No! Semplicemente un Pastore! Romero è stato un vero pastore che ama il suo popolo e ha dato la sua vita per le pecore; un pastore che non ha amato i salotti, i concerti e i ristoranti, ma che ha fatto l’opzione fondamentale di annunciare il Vangelo con la vita, in mezzo ai preferiti di Gesù, i poveri e gli emarginati della società. Romero continua ancora oggi, vivo nei cuori di tanti cristiani, a lottare per la giustizia.

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Ogni anno, moltitudini di genti, giovani e meno giovani, adulti e anziani, per l’anniversario della sua morte manifestano con una marcia, di ore e ore, per le strade della capitale, cantando e pregando; l’amore del popolo salvadoregno per il suo vescovo martire è qualcosa di impressionante. Óscar Arnulfo Romero,  nato il 15 agosto del 1917 a Ciudad Barrios nel nordest di El Salvador, viene ordinato sacerdote nel 1942 e nel 1977 è stato nominato arcivescovo della capitale del San Salvador. Sempre nel 1977 venne assassinato Rutilio Grande, un sacerdote gesuita e amico personale di Romero, che aveva a lungo lavorato con i contadini più poveri e aveva duramente criticato il governo per come li sfruttava; l’omicidio del confratello colpì profondamente la vita del vescovo Romero, che dopo poco tempo scrisse: «Quando guardai Rutilio che giaceva morto davanti a me pensai: “Se lo hanno ucciso per ciò che faceva, allora io devo seguire il suo stesso sentiero”». Romero è stato un profeta ineguagliabile – scrive Sobrino- – ha pagato per una scelta totalmente evangelica, vittima di un sistema oligarchico, formato da persone che si professavano cattoliche e che vedevano in lui un nemico dell’ordine sociale occidentale. La memoria dei martiri, per la Chiesa di  oggi è fonte di luce, forza e vita, per uno stile più autentico di fedeltà al Vangelo, incarnato nella vita della gente e nella storia degli ultimi e dei poveri, per collaborare alla costruzione del Regno di Dio qui ed ora.

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I cristiani non possiamo tacere e non possono essere complici di coloro che operano nell’ingiustizie e nella corruzione, che porta alla miseria umana e spirituale. Nel Beato Óscar Arnulfo Romero martire dobbiamo scoprire tutta la forza dello Spirito per essere anche noi veri e autentici profeti. La Chiesa e in essa i singoli cristiani non possono sottrarsi a questa specifica vocazione; la profezia è mettersi dalla parte degli ultimi, dei poveri e dei bisognosi di oggi, rifiutarsi di salire sul carro del vincitore corrotto, per lottare contro le strutture ingiuste, di una società che spesse volte si professa cristiana, ma che di cristiano vuole solo il nome e non il Vangelo. Il Beato Romero, Vescovo e martire, preghi e interceda per questa Chiesa che ha tanto amato.

don Enzo Amato per Condividere

 

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