[IL PROGETTO] Integrazione e alfabetizzazione, le attività alla “Casa Comunità Speranza”

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Con spazi educativi riorganizzati è ripartita l’attività dell’associazione “Casa della Comunità Speranza” che, proprio all’ingresso della casba di Mazara del Vallo, svolge attività per i bambini. Quest’anno per il recupero scolastico sono stati raggiunti i 185 iscritti (scuola elementare 75, scuola secondaria di primo grado, 44 e scuola secondaria di secondo grado 66). Si tratta in prevalenza di tunisini, ma ci sono anche rom, italiani, egiziani, marocchini, maliani, nigeriani, un bengalese (il primo bambino appartenente a tale comunità presente a Mazara del Vallo a iscriversi all’associazione), un venezuelano.

Uno dei cortili della casba di Mazara del Vallo.

«Quest’anno – spiegano dall’associazione – si è verificata una nuova problematica che ha inciso molto sulle attività quotidiane: abbiamo registrato un consistente gruppo di nuovi iscritti (15), dalla prima elementare alla terza media, arrivati da poco tempo dalla Tunisia e aventi dunque bisogno di alfabetizzazione. Proprio a tal fine, si è resa necessaria la presenza di due mediatori di origine tunisina che, d’accordo con la scuola, seguono questi/e ragazzi/e in un percorso specificamente linguistico».

Anche ai cantieri educativi sono numerosi i ragazzi che vi partecipano. Non sono semplici attività fini a se stesse, ma “momenti” che permettono l’incontro, il confronto, l’integrazione tra culture diverse, la crescita di autostima, la realizzazione personale. E poi spazio ai laboratori con calcetto, break-dance, riciclo creativo e sartoria. «Nell’idea di mantenere vivo fin da subito il rapporto con i genitori, abbiamo già incontrato le famiglie, divise in gruppi in base alle classi dei loro figli. È stato un incontro molto interessante, dal quale è emersa la particolare partecipazione di alcune mamme, le quali hanno accettato di far parte del comitato dei genitori al fine di gestire in maniera più capillare le relazioni con tutte le famiglie. È stata anche discussa la necessità di mantenere contatti frequenti con la scuola in modo da poter seguire al meglio la crescita di bambini/e e ragazzi/e» spiegano dall’associazione.

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