[IL SALUTO A MOGAVERO] I sindacati: Un rapporto di stima e amicizia

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Una guida spirituale sempre presente per i suoi fedeli, un uomo che sa battersi contro le ingiustizie, che non si tira indietro nei momenti di difficoltà, quando c’è bisogno di essere forti e pazienti, un amico vero e leale. Non solo le sue ottime doti da guida evangelica ma anche, e soprattutto, le sue grandi doti umane hanno fatto sì che il Vescovo Domenico Mogavero in questi anni abbia saputo costruire un forte legame con la cittadinanza di Mazara del Vallo. Sono stati tanti i momenti in cui ci ha accompagnato nelle nostre battaglie sindacali per la tutela dei lavoratori, nella salvaguardia dei diritti delle persone, andando anche al di là di quello che ci si aspetterebbe per dovere istituzionale da un Vescovo.

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Monsignor Mogavero si è reso protagonista di tanti episodi, piccoli e grandi, che hanno fatto sì che tra di noi nascesse un rapporto che va al di là del reciproco rispetto e della reciproca stima, un legame che si è consolidato nel tempo e che ci onoriamo di poter definire con l’appellativo di amicizia. Mai dimenticheremo l’immenso sostegno che ci ha dato durante i mesi del sequestro in Libia di diciotto pescatori mazaresi. Nemmeno per un momento ha fatto sentire sole le famiglie in preda all’ansia per il destino dei propri familiari forzatamente fermi, chissà in quali condizioni, sull’altra sponda del Mar Mediterraneo. Non si è mai tirato indietro nell’organizzare veglie di preghiera, nel fornire parole di conforto e nel partecipare personalmente alle iniziative che abbiamo giorno dopo giorno intrapreso per aiutare i nostri marittimi per fare ritorno a casa. E poi il giubilo per la loro liberazione, alla quale ha partecipato come un padre che finalmente può riabbracciare i suoi figli. Ci permettiamo di raccontare un episodio personale che porteremo sempre nel nostro cuore.

Era la notte che precedeva lo sbarco a Mazara del Vallo dei pescherecci con i 18 pescatori liberati. Il clima era quello dell’attesa, dell’emozione. Non vedevamo l’ora di riabbracciare i nostri concittadini. Nonostante l’ora ormai tarda il vescovo Mogavero telefona all’allora Comandante della Capitaneria di porto div Mazara del Vallo, per chiedere il permesso di potere uscire di lì a poche ore con la motovedetta che avrebbe accolto il rientro dei pescatori a 12 miglia dalla costa italiana. Il permesso è accordato. Sono le prime ore dell’alba. Dalla radio di bordo le sue parole danno il bentornato ai marittimi. Un gesto di vicinanza, di solidarietà, che ci dà il senso profondo, vero, della parola fratellanza. Richiamando, infine, le stesse parole di Monsignor Mogavero nella lettera consegnata ai 18 pescatori vogliamo sottolineare come sia un traguardo essenziale nella vita di tutti noi attivare legami di buon vicinato, di amicizia sincera, di fraternità vera, «legami che durano, attraversano le tempeste, fanno cambiare rotta per soccorrere, rendono migliori, spingono al perdono». Per questo e tanto altro ancora siamo grati al nostro Vescovo, un Vescovo che sa tendere la mano, un Vescovo che si batte contro le ingiustizie, per la pace, per il rispetto della dignità umana, un Vescovo, che ci permettiamo affettuosamente di dire, con l’animo da sindacalista.

Tommaso Macaddino (Uil) e Giovanni Di Dia (Cgil) per Condividere

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