La Quaresima è il tempo in cui la Chiesa vive per prepararsi a celebrare la Pasqua del Signore. Un tempo caratterizzato particolarmente dal digiuno e dalla penitenza. Ma che valore hanno il digiuno e la penitenza nella società odierna? Una società individualista, indifferente che cerca solamente il proprio benessere e si prende cura del proprio io. Questo modo di essere della società si riverbera su come viviamo la Quaresima. Per alcuni le pratiche ascetiche sono un fatto privato, per altri significano trarre dei benefici: mi privo di qualcosa e la offro a Dio e nello stesso tempo ne approfitto per fare, ad esempio, un po’ di dieta. Occorre recuperare il vero senso del digiunare e del fare penitenza, visti come strumenti da vivere non solo personalmente, ma soprattutto come scelte corali che una data comunità parrocchiale si prefigge.
Desidero riportare qui una indicazione esemplificativa: per il tempo quaresimale il parroco potrebbe proporre alla comunità di raccogliere delle offerte ricavate dal digiuno (oggi nella spesa evito di comprare quel alimento e il suo costo lo dono alla parrocchia), per combattere il tempo di crisi che viviamo e così riuscire ad aiutare qualche famiglia più disagiata. In questo modo si recupera il vero senso ecclesiale del digiuno e della penitenza: la rinuncia non è sterile, fine a se stessa, ma portatrice di frutto per sé e per gli altri. un altro dato da segnalare è il tema sacramentale: molti chiedono perché non si può battezzare o cresimare nel periodo quaresimale? Perché la Quaresima nasce, anche, come periodo in cui i catecumeni si preparavano per ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella veglia pasquale. È fondamentale riscoprire il tema battesimale, durante la Quaresima, perché è lì che si innesta il discorso riguardante la conversione. Noi abbiamo diffuso una visione errata della conversione, identificandola come “conversione morale”.
Invece la Quaresima ci chiede principalmente una “conversione a Dio”, partendo dal rapporto di figliolanza con Lui. Ecco perché è preponderante il tema battesimale durante questo tempo. Bisogna riscoprire l’importanza del proprio battesimo e verificare la propria condizione di discepolo del signore: come vivo oggi la mia condizione di battezzato nella Chiesa e nella società? Solo dopo si può parlare anche di conversione morale. La Quaresima sia un tempo concreto e incarnato nel nostro vissuto esistenziale e comunitario, evitando ogni forma di spiritualismo che ci fa perdere il vero senso di questo itinerario: tempo di ritorno a Dio e di vicinanza al fratello bisognoso attraverso le opere di carità.
LE ORIGINI
La Quaresima ha origine alla fine del II secolo come prassi penitenziale preparatoria alla Pasqua. Allo sviluppo della Quaresima hanno contribuito la disciplina canonica finalizzata alla riconciliazione dei peccatori che avveniva la mattina del giovedì santo, e le esigenze sempre crescenti del catecumenato con la preparazione a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella veglia pasquale.
QUARANTA GIORNI VERSO LA PASQUA
La Quaresima è un tempo di preparazione alla Pasqua caratterizzato dall’ascolto della parola, dalla preghiera, dalla penitenza. Dura quaranta giorni in riferimento all’esperienza di Gesù nel deserto e dei quarant’anni di cammino di Israele verso la Terra promessa. La Quaresima inizia col mercoledì delle ceneri e si conclude il mercoledì santo. Il colore liturgico è il viola e durante le celebrazioni eucaristiche non si cantano il Gloria e l’Alleluia. Non si usano addobbi floreali nell’area celebrativa e gli strumenti servono solo ad accompagnare i canti.
don Nicola Altaserse, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano