[LA FESTA] La comunità Rom di Mazara del Vallo tra suoni, danze e poesie: la bellezza della diversità salverà il mondo…..

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Piazza Immacolata di Mazara del Vallo in una calda sera d’agosto si è illuminata delle luci e dei colori della interculturalità: suoni, danze e poesie hanno narrato la storia e la cultura millenaria delle 25 famiglie che nella città incarnano la comunità rom. Una comunità che, secondo gli ultimi risultati del Pew Research Centre di New York, soffre l’ostilità dell’86% dei cittadini italiani malgrado nel nostro Paese i rom e i sinti rappresentino solo lo 0,23% della popolazione. Secondo i dati della Commissione Europea in Italia i rom rappresentano la minoranza più discriminata, perché vittima di stereotipi e pregiudizi che fanno dei cosiddetti “zingari” le vittime di una persecuzione mediatica offensiva e incitante all’odio.

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Nel fosco scenario di un’Italia dai tratti segnatamente razzisti nei confronti della minoranza rom, la città di Mazara del Vallo rappresenta nel panorama nazionale un’eccezione che da una parte conferma la regola ma dall’altra dimostra che una via d’uscita è possibile, che l’inclusione non è un’utopia e che la multiculturalità è una realtà possibile da costruire.

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Lo spettacolo organizzato col patrocinio del Comune dai bambini e dai ragazzi rom di Mazara del Vallo, che frequentano la Casa della Comunità Speranza (gestito dalle suore francescane), assume pertanto un significato particolare, una risposta dall’alto valore artistico e simbolico al becero qualunquismo, oggi predominate, dai colori leghisti. Nella serata le danze dai ritmi balcanici si sono alternate a musiche di un passato insanguinato dal conflitto balcanico; gli sguardi dei giovani rom, proiettati in un futuro di speranza, si sono confusi a quelli dei turisti felici di sentirsi parte di un momento magico.

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Due mondi si sono parlati. Due generazioni si sono guardati negli occhi. Due Italie si sono date la mano. Non credere che io sono cattivo / e in verità ti do il mio cuore. / Dammi la mano, vieni con me / non temere, la mia porta è aperta. / Ed io penso di tutti bene. / Aiutiamoci l’un l’altro / Viviamo come fratelli in questo mondo. Questi versi del poeta rom Rasim Sejdic, letti dai giovani, hanno esplicitato il senso e il contenuto dell’evento. La bellezza della diversità – se accolta – salverà il mondo, avrebbe detto Dostoevskij.

Carlo e Dgemila Stasolla
Associazione 21 luglio, Roma

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