Non tutti conoscono sino in fondo la storia della festa salemitana dell’Immacolata, unica e particolare in tutta la Diocesi di Mazara del Vallo e il territorio trapanese. La particolarità sta nella forte emozionalità che i salemitani, e anche i molti fedeli dei paesi vicini, manifestano attorno alla preziosa immagine dell’Immacolata, segno ed espressione della loro singolare devozione alla Vergine Maria. Il culto mariano a Salemi ha radici antiche cosi come del resto è in tutta la Sicilia. I festeggiamenti a Salemi si rifanno a due date che segnano l’inizio di questa particolare manifestazione religiosa: il 7 dicembre del 1740 quando da Palermo arrivò il prezioso ed elegante seicentesco simulacro della Madonna accolto con gioia dall’intera città e subito divenuto caro ai fedeli salemitani. L’altra data è l’8 dicembre del 1840 quando il sindaco Mistretta organizzò e decise di festeggiare con grande solennità la festa dell’Immacolata, mobilitando tutti i 32 frantoi presenti nel territorio di Salemi per sostenere con il loro contributo le spese della festa.
Ecco perché l’8 dicembre di ogni anno l’intera città di Salemi, dalle prime ore del mattino, si ritrova nella gremita chiesa madre per rendere omaggio alla Vergine Immacolata portando innumerevoli fiori, soprattutto rose ed orchidee, omaggio floreale alla Vergine. Un momento atteso e particolare è la collocazione degli ori: vengono tolti gli ornamenti statuari e sistemati i preziosi ornamenti in oro massiccio e argento realizzati con i tantissimi ex voto che i fedeli salemitani lungo i secoli hanno offerto all’Immacolata e che durante l’anno vengono gelosamente custoditi.
Domenica 8 dicembre, terminata l’ultima celebrazione eucaristica, ha inizio la processione. Il simulacro viene portato a spalla da un centinaio di portatori che di padre in figlio si tramandano questo compito che difficilmente delegano ad altri. L’inizio della processione non solo avviene con l’alzata del simulacro ma in maniera singolare con il grido di lode dei portatori: «Viva Maria Immacolata, via la regina di lu cielo e di la terra». Un momento atteso e particolare è il lento arrivo, lungo la navata centrale della chiesa madre, del simulacro alla porta centrale, dove viene accolto con il tradizionale e suggestivo canto dell’Ave Maria di Schubert eseguito dalla banda musicale e con il forte e lungo sottofondo dello sparo dei masconi e degli applausi della gente.
Un ultimo momento di forte emozione è il rientro del simulacro, dopo la processione per le vie della città. Alla stessa maniera di come è uscito rientra salendo gli alti scalini e, giunto davanti la porta centrale, riceve l’ultimo omaggio dalla banda musicale. Poi il lento rientro lungo la navata centrale del simulacro che entra in chiesa dando le spalle all’altare maggiore. A chiudere la solenne giornata sono i tradizionali giochi pirotecnici che illuminano per almeno 45 minuti il cielo della città e annunciano ai paesi della Valle del Belice la fine della solenne festa dell’Immacolata.
Alessandro Palermo