[LA GIORNATA] La carità: il carisma educativo, evangelizzazione in atto con il cuore di Cristo

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Se anche la vita consacrata oggi parlasse tutte le lingue degli uomini che muoiono sull’asfalto, che si bucano per un nonnulla, che si separano per difficoltà comunicative, che sfruttano donne e bambini mettendoli all’asta del potere altrui, che marciscono nella solitudine dell’indifferenza della malattia, dell’emarginazione, che giungono senza nome e senza pianto sull’amata terra sicula, ma non avesse la carità della compassione, dell’ascolto, dell’accoglienza, della cura, della tenerezza, sarebbe come un bronzo che rimbomba, vuoto dentro e fastidioso fuori.

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Se anche la vita consacrata oggi avesse il dono della profezia per svegliare con la sua obbedienza le sterilità del potere che uccide i figli nel grembo materno, la vessazione di coloro che negano la dignità della persona umana, e con la sua castità avesse il potere di svegliare la vocazione ai figli di dio presente in ogni povero, rifugiato, discriminato, malato… e con la sua povertà riuscisse a svegliare dal sonno illusorio chi si è accomodato nelle sue ricchezze e sicurezze, nell’autoreferenzialità che tutto nega all’altro… ma non avesse la carità del farsi parola per chi non ha diritti, la carità che si prende cura dei processi educativi e della crescita e la carità che esprime il suo potenziale nella fraternità, non sarebbe nulla.

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La carità è carisma di educazione che si fa accoglienza paziente dell’altro, che ama con cuore di madre e insegna con lo stile di Gesù maestro; la carità è evangelizzazione in atto con il cuore di cristo che accosta l’uomo, lo consola, lo illumina, lo accompagna nelle scelte; la carità è carisma espresso nella gioia, nella magnanimità del cuore, nella benevolenza che si fa ospitalità; la carità non cerca mai il suo interesse, perché dà spazio ai piccoli, non manca di rispetto anche quando l’ubriaco, il barbone, il pidocchioso bussano alla porta; la carità non tiene conto del male ricevuto perché si mette dalla parte dello straniero che non ha casa, né lavoro, nè permesso di soggiorno e cure mediche; la carità è carisma di parresìa che non gode dell’ingiustizia e non fa morire per un sì o un no il povero, ma difende chi non ha parola, scusa chi non conosce la lingua, abbraccia chi è ripugnante.

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La carità è carisma di condivisione che tutto scusa per un bene più grande, tutto sopporta purché i piccoli vivano, tutto spera mentre veglia accanto a un condannato o un agonizzante. Spariranno le forme che non dicono il cristo, si ammortizzeranno i fumi dell’orgoglio di opere epocali ritenute intramontabili, passerà la scena della mormorazione per la diminuzione dei numeri e per l’età avanzata. cesserà la rivalità tra le opere e le congregazioni, svanirà la gloria di memorie ritenute imperiture, ma la comunione dei carismi che dà voce alla carità di cristo sulla croce e sfigurato nel volto del fratello non cesserà. Se il nome di ogni forma di consacrazione sarà la carità, ogni attimo di croce e di risurrezione sarà eterno, perché più grande di ogni cosa è la carità.

don Vito Impellizzeri e suor Paolina Mastrandrea per Condividere

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