Si celebra oggi la 105ma Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. A maggio scorso il Santo Padre Francesco ha diramato il Messaggio dal titolo “Non si tratta solo di migranti”, in cui il Papa ha definito i migranti, i rifugiati, gli sfollati, le vittime della tratta «l’emblema dell’esclusione», in un tempo scandito dalla «globalizzazione dell’indifferenza».
«L’atteggiamento nei loro confronti rappresenta un campanello di allarme che avvisa del declino morale a cui si va incontro se si continua a concedere terreno alla cultura dello scarto» scrive ancora Papa Francesco. E da qui un invito del Santo Padre: «la presenza dei migranti e dei rifugiati – come, in generale, delle persone vulnerabili – rappresenta oggi un invito a recuperare alcune dimensioni essenziali della nostra esistenza cristiana e della nostra umanità, che rischiano di assopirsi in un tenore di vita ricco di comodità». Per Papa Francesco quando ci interessiamo di loro, ci interessiamo anche di noi.
Il Santo Padre nel suo Messaggio riassume la risposta alla sfida delle migrazioni contemporanee in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. «Ma questi verbi non valgono solo per i migranti e i rifugiati. Essi esprimono la missione della Chiesa verso tutti gli abitanti delle periferie esistenziali, che devono essere accolti, protetti, promossi e integrati» scrive Papa Francesco. Mettendo in pratica i quattro verbi contribuiamo a costruire la città di Dio e dell’uomo, «si promuove lo sviluppo umano integrale di tutte le persone e si aiuta anche la comunità mondiale ad avvicinarsi agli obiettivi di sviluppo sostenibile che si è data e che, altrimenti, saranno difficilmente raggiunti». Per il Santo Padre «non è in gioco solo la causa dei migranti, non è solo di loro che si tratta, ma di tutti noi».