[LA RIFLESSIONE] Il Covid contratto in Spagna, Salvatore e Sara: «Vaccinatevi»

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Pensare che tutto doveva andare come è andata forse era difficile da preventivare ma in tempi di Covid tutto è possibile. Io e mia moglie siamo stati tra i primi a marzo ad effettuare la prima dose del vaccino Astrazeneca, anche quando i media televisivi hanno iniziato una campagna discriminatoria contro il vaccino, noi siamo stati sempre pro vaccino; crediamo nella ricerca, nella medicina e siamo i primi a pensare che i vaccini siano l’unica soluzione per il bene di tutti. Anche quando nel maggio di quest’anno dopo che Astrazaneca è stato preso di mira noi abbiamo effettuato la seconda del vaccino, e a giugno abbiamo ricevuto il green pass, come se fosse il nostro passaporto per la libertà.

Il 4 agosto ci siamo sposati e in fase di programmazione del nostro viaggio di nozze eravamo titubanti su cosa fare, su quale meta destinare la nostra pausa, se Italia o estero, e fiduciosi del green pass, delle precauzioni messi in atto dai vari Stati europei abbiamo deciso la Spagna, esattamente Andalusia (Siviglia, Cordova e Granada) e Palma di Maiorca. Partiamo per il nostro viaggio il 7 agosto passando molti controlli per la sicurezza dei passeggeri, ma solo a livello burocratico e non di misurazione febbre o tamponi al nostro arrivo in aereoporto.

Durante le nostre visite abbiamo potuto notare le persone per strada sempre con le mascherine e distanziamento ove possibile e questo ci tranquillizza e rendeva il nostro viaggio più rilassante. Ma non tutto è così perfetto, il 14 agosto, al nostro arrivo a Palma mia moglie inizia ad avere leggeri sintomi influenzali, ma anche lì non c’è nessun controllo sanitario né in aeroporto né durante il nostro soggiorno in albergo, l’unica verifica è solo burocratica. Abbiamo usato tutte le precauzioni: mascherine. disinfettante, non abbiamo frequentato luoghi affollati; l’unico posto dove non usavamo la mascherina e abbassavamo la guardia era nella nostra camera in hotel.

Durante il viaggio di ritorno il nostro stato di salute inizia a peggiorare, mia moglie non sentiva più gli odori e i gusti e così con responsabilità nei confronti dei nostri cari che attendono festoso il nostro rientro prenotiamo il tampone in aeroporto a Palermo come da disposizioni del Presidente della Regione. Lì l’amara sorpresa: entrambi positivi al Covid. La carica virale di mia moglie era altissima e sono comparsi tutti i sintomi: febbre, tosse, perdita del gusto e dell’olfatto e dolori alle ossa. Se non avessimo fatto il vaccino probabilmente saremmo finiti in ospedale, anche se non rientriamo in un’età di rischio e non siamo persone particolarmente vulnerabili.

Da qui il nostro appello a tutti, giovani e adulti, è quello di vaccinarsi; nessuno sta giocando con noi come cavie, ma dobbiamo essere grati e riconoscenti al progresso e alla ricerca. Se abbiamo contratto il Covid non è stata colpa nostra o della nostra poca attenzione, ma per colpa delle tante persone che ancora oggi non credono nel vaccino. Condividiamo le parole di Papa Francesco: «Vaccinarsi è un atto d’amore, collaboriamo gli uni con gli altri»; solo così possiamo sconfiggere questo virus e vivere la vita, viaggiando, andando in chiesa e cercando ognuno di noi di riprenderci la nostra vita senza timore. La nostra esperienza avuta con il Covid sia di esempio per tutte quelle persone che non credono e non hanno fiducia nel vaccino. Il vaccino ci ha salvato la vita!

Salvatore Bonanno e Sara Di Giovanni

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