Siamo al secondo Natale dell’era Covid e ancora i fatti ci mettono dinanzi alle restrizioni di un virus che si ostina a non lasciarci. E se il Cristianesimo è la presenza di Dio dentro la vita dell’uomo, cerchiamo di riconoscere cosa Dio insiste a dirci. Forse non è bastato il riscoprire con il primo lockdown l’importanza della casa, della famiglia, delle relazioni prossime e lontane, forse abbiamo bisogno di essere aiutati da Lui a mettere ordine alle priorità e soprattutto abbiamo bisogno di quegli insegnamenti pratici per camminare sia come famiglia che come singoli.
C’è una festa nel periodo natalizio che spesso è poco valorizzata, ma che racchiude in se tutto questo: è la festa della Sacra Famiglia. Essa ha lo scopo di rimettere al centro la famiglia. La festa della Sacra famiglia ci mostra Gesù, Maria e Giuseppe nella casa di Nazareth, dove due sposi, nell’azione delle problematiche quotidiane, sono intenti a far crescere il fanciullo Gesù custodendolo, educandolo e guidandolo alla scoperta della vita e di Dio. La famiglia di Nazareth è la prima domus ecclesia (chiesa domestica), la famiglia modello da imitare. Tutti gli sposi sono domus ecclesia perché in forza del sacramento del matrimonio sono dimora dello Spirito Santo e strumenti del suo agire nella storia delle persone della loro famiglia, delle persone della porta accanto e del prossimo.
Nelle chiese domestiche di oggi i bambini e i fanciulli, attraverso relazioni semplici ma profonde, imparano l’umiltà, il sevizio, la preghiera quotidiana che scandisce il tempo giornaliero (la preghiera del mattino, di ringraziamento per il cibo), imparano a riconoscere i segni importanti dell’azione di Dio nella propria vita (la Prima Comunione, la cresima, il matrimonio), imparano i gesti per amare il prossimo (l’accoglienza, l’ascolto, il perdono). I genitori, nella casa “aula di catechesi permanente”, ascoltano la parola del Signore, rispondono al Signore con la preghiera, raccontano ai figli la loro vita, danno ragione delle scelte di amore e di fede che hanno trasformato la loro vita coniugale e famigliare. Le domus ecclesia sono dunque aule liturgiche, aule catechistiche, sono chiese dove la Parola celebrata si fa carne, si fa Eucarestia; dove gli adulti insegnano l’alfabeto dell’amore per la vita cioè l’amore gratuito di Cristo.
Il tempo che stiamo vivendo ci mostra pienamente che la famiglia deve diventare una comunità credente ed evangelizzante. È necessario che sempre più coppie di sposi prendano coscienza nella fede della loro specifica identità e missione. Oggi, in un tempo che ci vede in minoranza, come Chiesa abbiamo il compito di sostenere le coppie e le famiglie che vivono la casa come chiesa domestica perché sicuramente saranno lievito per altre. Inoltre, la famiglia è fondamentale per tenere agganciata la parrocchia alla realtà perché essendo luogo privilegiato delle relazioni e della relazione trinitaria per eccellenza, in parrocchia sicuramente favorisce la coabitazione di tutte le generazioni, permettendo così la realizzazione di quel cammino sinodale a cui tutti siamo chiamati.
Giusy e Roberto Palmeri
coppia coordinatrice Ufficio per la Pastorale della famiglia