[LA RIFLESSIONE] Le lacrime per riprogettare la nostra vita insieme a Dio

0

La visita del venerato Reliquiario delle Lacrime della Madonna di Siracusa nella nostra città episcopale di Mazara del Vallo, dal pomeriggio di giovedì 9 al pomeriggio di domenica 12 settembre 2021, che vedranno in special modo coinvolte la comunità ospedaliera e la parrocchia di Cristo Re in S. Martino, ci invita a riscoprire la tenerezza di Dio verso la storia travagliata dell’umanità, che attraverso la presenza e la mediazione della Madre di Gesù vuole raggiungere tutti i suoi figli per consolarli, incoraggiarli e sostenerli nella speranza. In particolare in questo momento storico, la presenza del Reliquiario delle Lacrime, con il messaggio di cui è eloquente portatore, ci aiuta ad accogliere la perenne attualità dell’Evangelii Gaudium. Inoltre, il bisogno urgente di senso e di speranza, che solo Dio, in questo frangente, sembra poter elargire, ci porta a riscoprire la compassione divina verso questa umanità che sembra rifiutarla.

Sono passati 68 anni da quelle lacrime. Dal 29 agosto al 1 settembre 1953, a Siracusa, un piccolo quadro di gesso riproducente l’immagine del Cuore immacolato e addolorato di Maria, capezzale della camera da letto della giovane coppia di sposi Antonina Giusto e Angelo Iannuso, prodigiosamente pianse lacrime umane. Si trattò di una mariofania, cioè di un particolare “segno e impronta” silenziosa della compassionevole attenzione del Dio Uno e Trino che ha sempre accompagnato la storia dell’umanità. Tale attenzione fu mediata dalla presenza e dal servizio attento e premuroso della Madre del Signore, che prolunga il suo ministero di misericordia a favore del peregrinate popolo di Dio: «Proprio in questo cammino-pellegrinaggio ecclesiale, attraverso lo spazio e il tempo, e ancor più attraverso la storia delle anime, Maria è presente, come colei che è “beata perché ha creduto”, come colei che avanza nella peregrinazione della fede, partecipando come nessun’altra creatura al mistero di Cristo…e per sua intima partecipazione alla storia della salvezza, riunisce per così dire e riverbera i massimi dati della fede» (Redemptoris Mater 25).

La partecipazione alle lacrime del Figlio Gesù e a quelle dell’umanità, fanno delle lacrime di Maria un simbolo denso e complesso che ci invita a riscoprire la nostra umanità fragile. Innanzitutto, le lacrime sono espressione della nostra vita personale ed emotiva: si piange di dolore e di gioia, di rabbia e di sollievo, di disperazione e di liberazione, di compassione e di riconoscenza. Le lacrime esprimono una forte emozione, una modalità particolare di incontrare e vivere la vita. A volte, ci vergogniamo delle emozioni e le consideriamo come uno sfogo, come una tempesta emotiva, come gesto inutile e vuoto che lascia tutto quanto come prima. Le emozioni sono sentite come una manifestazione della nostra fragilità. È possibile e, a volte, è anche così…ma, altre volte, sono qualcosa di diverso.

A volte le emozioni sono la forza con cui una persona ama ciò che ha scelto d’amare e dicono la partecipazione totale con cui uno vuole qualcosa. Così il pianto della Madre del Signore non è per debolezza ma per pienezza; le sue lacrime dicono la totalità con cui partecipa alla vita di coloro che ama: il Figlio Gesù e l’umanità che Lui stesso gli ha affidato dalla Croce come Testamento d’amore. Le lacrime di Maria parlano di una vita minacciata e persa, confusa e irrealizzata, insicura e dubbiosa. Le lacrime di Maria portano in primo piano la vita, una povera vita, crollata sotto i suoi mille dubbi ed i suoi mille errori. Maria piange perché il suo amore materno la spinge a manifestare la sua partecipazione alla vita dei suoi figli. Maria piange per noi: le sue lacrime sono un linguaggio, parlano e dicono la sua viva partecipazione alla nostra storia. Da queste lacrime, l’umanità è chiamata a riconoscere le proprie miserie e ad abbandonarsi fiduciosamente a Dio Padre, ad aprirgli il cuore. Dio è l’unico che ci può liberare dall’angoscia, dal dolore e dalla sofferenza che ci fanno piangere.

L’interrogativo di papa Pio XII in un radio messaggio del 1954 «Comprenderanno gli uomini l’arcano linguaggio di queste lacrime?» diventa il modo in cui ciascuno di noi deve prepararsi a questo evento di grazia nella nostra vita personale e comunitaria. La presenza di queste preziose lacrime ci invita a riprogettare la nostra vita insieme a Dio, dentro un orizzonte di speranza verso il passato, verso il presente e il futuro, verso tutto il tempo che sempre dobbiamo vivere come tempo di salvezza, di redenzione e di riscatto, nonostante gli ostacoli che sembrano impedirlo e gli impedimenti che sembrano smentirlo.

Daniele Donato per Condividere

© RIPRODUZIONE VIETATA

Scrivi una risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here