Ogni pagina della nostra esistenza svela la presenza di Dio in noi; sia le pagine ben scritte, sia gli scarabocchi e le orecchie formatesi per distrazione all’angolo della pagina, ossia le parti del foglio della nostra vita imbrattate e stropicciate, e nondimeno quelle parti bianche che sembrano dire soltanto silenzio e assenza: in realtà, anche lì il Signore è presenza discreta, ma certa e fedele. Niente della nostra vita esula dal suo amore e dalla sua conoscenza! Come dice il salmista: «Signore, tu mi scruti e mi conosci…, ti sono note tutte le mie vie… Dove fuggire dalla tua presenza? … Nemmeno le tenebre per te sono tenebre e la notte è luminosa come il giorno» [Salmo 139 (138)].
Da sempre, ho compreso che tra le pagine della mia storia il Signore Gesù è presente, non perché io sia speciale, ma perché Egli è folle d’amore per ogni sua creatura. Una consapevolezza altalenante che si è consolidata, per divina ispirazione, come direbbe santa Chiara, mentre ero felicemente occupata da impegni e sogni per il futuro, ai tempi dell’università, quando ho incontrato, per sua sola grazia, Cristo nella sua Parola. Accadde che il Vangelo, per tanti anni posato distrattamente sul comodino, mi si rivelò come una Parola vivente e così cominciai a divorarlo, col desiderio di conoscere sempre meglio questo Signore di cui mi andavo innamorando follemente, fino a decidere di donargli la mia vita entrando in Monastero. Una separazione percepita dall’esterno come rottura e distanza, mentre in realtà la nostra vita di Sorelle Povere si intreccia con quella di ciascuno di voi, poiché una vita donata a Lui è una vita donata per tutti e tra queste mura, in questo chiostro, ogni giorno, pur con la nostra fragilità che ci accomuna a tutti i viventi, portiamo le lacrime, le ansie, la fatica, i dolori, le gioie di ogni uomo dinanzi all’altare del Signore.
Vita di preghiera, dunque. Ma anche vita fraterna intensa, bella, ricevuta in dono, che cerchiamo di trasformare ogni giorno in vita evangelica; l’unità è bellezza nella nostra vita, è una sfida entusiasmante, a volte faticosa, attraverso cui cerchiamo di scoprire, custodire e amare il volto dello stesso Signore nel volto della sorella. Una fraternità sempre pronta ad accogliere e farsi madre per quanti bussano alla nostra porta, desiderando un sorriso, un orecchio attento, o per ricevere un pezzo di pane: poiché niente è nostro, ma tutto va condiviso. Comunione con i fratelli che cerchiamo di costruire anche attraverso il lavoro, che ci impegna seriamente e quotidianamente, ci fa giungere stanche a sera… perché vera ricchezza è restituire tutto, senza trattenere nulla: carismi, energie, limiti a servizio della Chiesa e del mondo. «Rallegrati… il Signore è con te» (Lc 1,28).
Come Sorelle Povere siamo chiamate in certo qual modo a vivere alla maniera di Maria, generando ogni giorno al mondo quel Signore che ci ha generato. Vorrei concludere questa breve testimonianza con lo stralcio di una lettera della Madre Santa Chiara, nella quale si focalizza, secondo me, il senso e la bellezza della nostra esistenza: «come la gloriosa Vergine delle vergini lo portò materialmente, così anche tu, seguendo le sue orme, specialmente quelle di umiltà e povertà, senza alcun dubbio lo puoi sempre portare spiritualmente nel tuo corpo… contenendo colui dal quale tu e tutte le cose sono contenute» (Terza lettera di Santa Chiara ad Agnese di Boemia, 24-263).
suor Maria Gioia per Condividere
Monastero S. Maria degli Angeli Castelbuono (Palermo)