Graziella Saladino, sulla sedia a rotelle da quasi 30 anni: «Nell’amore di Gesù la forza di andare avanti»

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Tutto successe nei primi anni ’90, con quella telefonata della ministrante Maria Cascio: «Graziella, posso venire a casa per la comunione?». Accadde tutto quel giorno, in pochissimi minuti. Una luce fortissima, quasi accecante e un sussulto di felicità. «Capii subito che era Gesù e, da quel giorno, non ho perso più la speranza». Graziella Saladino, 53 anni, di Partanna, un passato di pochi anni da maestra, vive sulla sedia a rotelle da quasi 30 anni. La distrofia spinale tipo 3, anno dopo anno, l’ha resa sempre più debole. «Quando non riuscii più a stare in piedi, percorrevo alcuni tratti di casa mia camminando sulle ginocchia e con le mani, non volevo accettare la sedia a rotelle – racconta – poi la scelta obbligata dell’ausilio». La storia di Graziella Saladino potrebbe sembrare una “normale” testimonianza. Una come tante. Eppure il suo racconto è impregnato di emozioni. Un faro luminoso di forza che vogliamo raccontare perché carico di speranza e di voglia di vita.

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«La malattia non prende solo me – spiega – ma anche le persone che mi stanno vicine, che si sacrificano e in silenzio cercano di andare avanti con la grazia del Signore». Una famiglia unita quella di Graziella, che oggi vive col fratello Carlo e la sorella Enza e, intorno a loro, i nipoti. Quando ha capito che la malattia stava prendendo il sopravvento sul suo corpo, non si è lasciata andare. E, proprio quell’incontro con Gesù nell’Eucaristia portata a casa, ha cambiato la sua vita. «Forse, per alcuni, la mia vita è senza senso, perché non faccio una vita “normale”; ma non è così, perché la mia vita oggi è piena dell’amore di Dio e di Gesù, che i miei sensi corpo e anima non possono essere scissi l’uno dall’altro, perché questo amore mi permette di mantenere vivi i miei sensi e l’intelletto ». E’ nell’amore di Gesù che lei ha “ritrovato” la forza: «Affrontare la vita con questa malattia non è facile – dice Graziella – per- ché con il passare degli anni ti porta a un diffuso indebolimento dei muscoli e quindi del corpo e così come io e tanti altri siamo costretti a dipendere dalla forza delle braccia di altre persone». In questi anni la sua vita è stata piena di affetto e d’impegno ma, come in ogni persona, non sono mancati i momenti di sconforto: «Li ho superati sapendo di avere a fianco Gesù» dice Graziella. Ha scelto la via della fraterna collaborazione, dell’impegno per la Chiesa.

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Graziella Saladino col Vescovo.

Ecco perché da più di quindici anni è catechista presso la parrocchia Santa Lucia, quella che dista da casa sua poco meno di 200 metri. Quest’anno ha una classe di 36 ragazzi. E’ così numerosa ma non la preoccupa. «Qualcuno di loro mi ha chiesto: sei contenta di stare sulla sedia a rotelle? Ho raccontato la mia storia, con semplicità ma soprattutto facendo trasparire la forza di Gesù che mi sostiene» racconta Graziella. I bambini oggi le dimostrano affetto sincero e genuino. «La mia storia personale e di chi mi circonda è vincente – dice – perché l’amore di Dio la rende tale. Ecco dove io trovo la forza per non arrendermi, ma mi sforzo di vivere, nonostante gli impedimenti che spesso si trovano nel quieto vivere. A tutti coloro che spesso non mi capiscono, voglio dire che il segreto a non arrendersi mai è Gesù, perché finché c’è vita c’è speranza, e la mia speranza è proprio Lui, mio dolce e unico amore».

Max Firreri per Condividere

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