Sorride Maroua mentre sta seduta nel salotto di vimini dove i volontari del Centro aiuto alla vita di Mazara del Vallo accolgono le ragazze che hanno intenzione di non portare avanti la gravidanza. Insieme a lei c’è l’ultima figlia che ha partorito, Giulia di 1 anno e mezzo. I locali del Centro aiuto alla vita nella casba della città sono la seconda casa di questa giovane tunisina di 32 anni, testimone che la vita ha un valore immenso. La sua storia racconta da sé difficoltà, gioie e dolori per una vita che, seppur difficile, le ha regalato e le regala il sorriso di essere mamma.

«Quando siamo arrivati a Mazara del Vallo io avevo già 18 anni – racconta – e venivamo da Verona dove mio padre lavorava. A Mazara c’erano alcuni nostri parenti e così abbiamo scelto di viverci». Una città nuova per Maroua dove in fretta s’è abituata a vivere. Ha iniziato a lavorare negli alberghi come addetta ai piani. Poi qualche mese di vacanza nella “sua” Tunisia e l’incontro con quello che è poi diventato suo marito.

La prima figlia, Eslem, è nata nel 2011: «Sono stati i volontari di questo Centro ad accompagnarmi in quella prima gravidanza – racconta Maroua – mi sono stati a fianco senza lasciarmi un attimo». Un cammino insieme che dal 2011 non si è mai più interrotto. «Nel 2014 mio marito è arrivato in Italia da clandestino – continua il racconto di Maroua – e lo hanno trasferito in un centro di Caltanissetta. Io andai a trovarlo facendomi a piedi tantissimi chilometri dal centro della città sino alla struttura». Sognava una vita da donna insieme a suo marito ed è nel 2015 che tutto ciò si è realizzato: «Abbiamo preso in affitto una casa qui nel centro storico», racconta Maroua. A poche decine di metri dal Centro aiuto alla vita dove lei si è sempre rivolta quando ha avuto bisogno, per le gravidanze ma anche per trovare parole di conforto nei momenti difficili.

Lo ricordano bene le volontarie che sono state sempre al suo fianco, anche quando hanno cercato l’aiuto del professor Pino Noia per un problema serio di salute di Maroua. In questi anni, dopo Eslem, sono nati Sofia (oggi 7 anni), Sabrina (4), Alì (3) e Giulia (1 anno e mezzo). Gravidanze non semplici (alcune non sono, purtroppo, andate a buon fine) ma che Maroua, con la forza di mamma, ha portato a termine con l’aiuto del Cav. «Mi ritengo una donna forte – racconta – ma a me sono mancate fortuna e l’affetto della mia mamma che ora, invece, mi viene donato dai miei figli».

A casa non si perde d’animo Maroua che, nel frattempo, con la sua famiglia è andata a vivere in una nuova casa in affitto nella zona del Santuario Madonna del Paradiso. In questi anni vissuti a Mazara ha avuto vicini anche le assistenti sociali del Comune. Con loro ha instaurato un rapporto sincero di amicizia. Ma il Cav è sempre stato la sua seconda casa. E le volontarie l’hanno accompagnata grazie anche a un donatore anonimo mazarese e al progetto “Gemma” che nel 2019 ha dato la possibilità di aiutare Maroua con una somma di 160 euro al mese per 18 mensilità per la crescita del figlio Alì. «E pensare che proprio quando ero incinta di mio figlio volevo abortire – dice la giovane tunisina – poi, sostenuta sempre dalle volontarie del Cav, ho deciso di continuare».

Non sono stati anni facili per la salute per Maroua, sino al 2018 quando si è sottoposta a un intervento per la riduzione dello stomaco. Ma la gioia di essere mamma di cinque bambini si riflette nel suo sorriso: «Cosa mi aspetto dalla vita? Che con i sacrifici miei e di mio marito i miei figli possano studiare», conclude, mentre con Giulia nel passeggino scompare tra i vicoli della casba per tornare a casa.

Max Firreri

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