Nel suo ministero episcopale mise insieme la cura del pastore e lo stile dell’educatore. Il suo pensiero era rivolto, principalmente, ai bambini, in perfetto stile salesiano. Nella prelazia di Rio Negro riorganizzò il sistema scolastico della regione facendo costruire 30 scuole per gli Indios Tucanos. Guardava all’inserimento sociale ma anche alla pastorale, monsignor Michele Foderà Alagna, marsalese d’origine, consacrato Vescovo nel 1967 e dal 1981 al 1988 Vescovo di San Gabriel de Cachoeira, in Brasile. Nei giorni scorsi la città di Marsala lo ha ricordato intitolando una piazza alla sua memoria. «Per non dimenticare» l’impegno di questo Vescovo che visse, per scelta, nei territori alle periferie del mondo.
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Guardava ai poveri ma si rese protagonista di una dimensione capillare all’evangelizzazione per favorire la nascita di vocazioni indigene. Nelle terre difficili della regione amazzonica svolse il suo ministero episcopale ma attorno ai suoi progetti riuscì a riunire tutti, da decine di tribù indigene alle popolazioni meticce. Un impegno non facile, quello di monsignor Foderà che coi parenti a Marsala intratteneva rapporti epistolari. Lungo i fiumi fece costruire le scuole, un ospedale a San Gabriel de Cachoeira, sede della prelazia. Anche segnato dagli acciacchi di salute a piedi, in barca o su idrovolanti raggiungeva il suo gregge e per favorire le comunicazioni, diffuse impianti di radiofonia tra le missioni e la capitale Manaus.
In quei territori, prima di fare ritorno a Marsala dove morì nel 2002, trovò anche molta incomprensione e resistenza nei confronti della sua attività di evangelizzazione. Questa si innestò nell’ampio dibattito che riguardava lo stile di equilibrata armonia fra annuncio del Vangelo, inserimento nella più ampia società brasiliana, rispetto della cultura indigena, secondo le indicazioni della moderna antropologia culturale.
Max Firreri