Dall’Ungheria a Marsala. Nora è un’infermiera professionale che si lascia alle spalle una situazione di povertà e degrado. A Marsala è arrivata con la promessa di un lavoro serio in una famiglia, ma questo si è rivelato inattendibile. È così che inizia la ricerca di un nuovo lavoro. Cerca anche ospitalità. Non trova nulla di lavoro in regola; è sconfortata. Così, grazie a un benefattore, riesce a comprare il biglietto aereo per tornare al suo Paese, l’Ungheria. Ma deve fare i conti con il Covid-19. In pochi giorni tutto cambia, il volo viene annullato e non riesce più a rientrare.
Tutti dicono “Restate a casa”, ma lei una casa non ce l’ha. Tramite qualche amico inizia a chiedere aiuto per lei e così riesce a contattare don Francesco Fiorino. Scatta la gara di solidarietà. Don Fiorino si attiva con l’Economato della Diocesi e così si riesce a trovare un alloggio temporaneo per Nora. La Diocesi si fa carico di pagare l’affitto, tramite i fondi 8×1000 per la carità. «Io sogno un lavoro per poter uscire dal mio status di povertà – spiega – o almeno tornare nel mio Paese». Nonostante tutto lei non perde mai il sorriso e nemmeno il senso di gratitudine. Tutti siamo profughi in terra straniera.
a cura della redazione
(con la collaborazione di Giovanna Benigno)