Se lo ricorda bene Maurizio Sammaritano l’ultimo giorno in cui le saracinesche del suo negozio sono rimaste aperte, prima della pandemia: «Mai avremmo creduto a tutto questo; in un primo momento pensavamo che sarebbe stata questione di qualche settimana, poi ci siamo resi conto che eravamo in piena emergenza». La storia di Maurizio Sammaritano, 40 anni, marsalese, titolare – insieme a Carla Catania e Dario Santangelo – del punto vendita “Cucine Lube” a Marsala, è una delle migliaia che si contano in tutta Italia. Mentre in questi mesi si sono fatti i conti con i morti, con i contagiati e con la paura di contrarre il virus invisibile, imprenditori e commercianti hanno chiuso le saracinesche e bloccato le proprie attività. Come ha fatto Maurizio Sammaritano.
Il suo centro cucine è il più grande della provincia di Trapani: inaugurato nel luglio dello scorso anno, si sviluppa su 340 metri quadri, con 14 cucine allestite nello show room. Un investimento che ai tre soci è costato contrarre prestiti personali che oggi, paradossalmente, non possono bloccare. «La nostra attività per il 95% è legata a nuovi sposi – racconta Maurizio Sammaritano – che in questo momento di pandemia hanno deciso di rinviare i matrimoni. Ecco perchè le nostre vendite si sono totalmente fermate – spiega – e chi aveva già prenotato la cucina, dandoci un acconto, ci ha rinviato all’anno prossimo la consegna».
Sull’altro fronte Maurizio e i suoi soci si sono trovati a onorare gli impegni già assunti con l’azienda produttrice: «Per gli ordini di febbraio ci siamo ritrovati a pagare le forniture a marzo e aprile – spiega Maurizio Sammaritano – e in mancanza di liquidità, tutto è stato difficile». Le problematiche in questi due mesi di chiusura sono diventate critiche. Le bollette da pagare, il canone d’affitto: «Lo Stato ci ha promesso tante cose – dice Maurizio – ma poi, alla fine, tante chiacchiere e pochi fatti». Passata la Fase 1, è il futuro quello che ora preoccupa di più. Come riprendersi? Come rimettere in moto il commercio, sperando in nuova liquidità? «Credo che la ripresa non sarà facile – spiega Maurizio Sammaritano – sono convinto che dovremo stringere i denti sino a settembre; prima di allora vivremo con molta incertezza. Ma lo Stato deve aiutarci».
Basteranno le misure messe in campo col Decreto liquidità? Secondo Maurizio Sammaritano molte aziende che hanno dovuto chiudere i battenti a marzo non potranno più riaprire. Debiti e difficoltà non lasciano via di scampo. Intanto Maurizio e i suoi soci già da queste settimane hanno iniziato nuovamente a consegnare alcune cucine: segnali speranzosi di una ripresa lenta che dovrà riaccendere i motori dell’economia.
Max Firreri