Dopo un lungo e impegnativo percorso di discernimento e di formazione teologica e personale, nella Cattedrale di Mazara del Vallo, domenica 24 luglio, è stata celebrata la mia ordinazione diaconale, durante la quale ho avuto modo di percepire con assoluta certezza, in maniera quasi sensoriale, oltre l’affetto dei familiari, la vera e sincera amicizia di tutti coloro che hanno avuto la gioia di condividere un evento così importante per la vita mia e di mia moglie. Ritengo che la mia ordinazione sia stata non un evento privato ma ecclesiale, in cui si è sentita la presenza del Signore e della Chiesa sua sposa.
Il sacramento dell’ordine, nel grado del diaconato, non toglierà nulla al sacramento del matrimonio, ma andrà ad affiancare e dilatare il vincolo sponsale che lega inscindibilmente me e mia moglie Anna, che vent’anni fa ha accettato anche lei di essere segno e strumento del Signore nella mia vita. In chiesa madre a Marsala è stata celebrata la Veglia che ha preceduto l’ordinazione in Cattedrale. Che la Veglia si sia celebrata lì non è una casualità: è stata in quella comunità parrocchiale che ho conosciuto mia moglie Anna ed è stato qui che è cominciata la mia vita di fede, attraverso un graduale e timido inserimento nel gruppo giovani di Azione Cattolica e nel gruppo liturgico della parrocchia. Entrambi questi contesti comunitari sono stati per me fondamentali per scoprire la bellezza straordinaria della liturgia, definita dal Vaticano II come fonte e culmine della vita della Chiesa, e la dimensione comunitaria della vita di fede.
Nessuno, infatti, riceve il dono della fede se non all’interno di un contesto comunitario attraverso, uso dire, il contagio della testimonianza. Oltre al servizio nel gruppo liturgico, ho sentito presto la chiamata a mettermi a servizio dei più piccoli ed è stato così che ho cominciato, insieme a mia moglie, a fare l’educatore ai piccoli dell’Acr. Quanti ragazzi stupendi abbiamo accompagnato ai sacramenti dell’Eucaristia e della Confermazione, cercando di trasmettere la bellezza della chiamata a vivere la propria fede non come un fatto privato ma «con la Chiesa, nella Chiesa e per la Chiesa». Con alterne vicende, insieme ad Anna, abbiamo anche preso parte a un gruppo di famiglie, animate dalla voglia di condividere la propria fede e la propria vocazione matrimoniale. Ma con Anna sentivamo che non bastava, potevamo e dovevamo dare di più.
È così cominciato un lungo percorso di discernimento personale e di coppia, guidato dai parroci che negli anni si sono succeduti. Sentendo sempre più parlare del gruppo di diaconi permanenti che si stava formando in Diocesi, ci siamo chiesti se fosse questa la strada a cui eravamo chiamati. Per capire se quella del diaconato fosse anche la mia e la nostra strada, ho cominciato un lungo percorso di discernimento, formazione e preghiera che, superato un periodo propedeutico, ha avuto come tappe quella del conferimento dei ministeri di lettore, dell’accolito e infine l’ammissione tra i candidati all’ordine. È stato un percorso lungo e tortuoso, con tratti in discesa e in salita, sempre accompagnato da sapienti guide e formatori che negli anni si sono succeduti. Con la mia ordinazione si apre ora una bellissima pagina a servizio di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, «per la Chiesa con la Chiesa e nella Chiesa».
Alessandro Pulizzi per Condividere