[LA TESTIMONIANZA] «A Lourdes la sofferenza diventa atto di affidamento alla Madonna»

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La rapidità e la complessità degli sviluppi del mondo attuale non consentono all’individuo di riflettere sul senso della vita, sulla concezione del mondo, tutto scorre inesorabilmente travolgendoci in una complessa spirale. A un tratto si perde il senso dell’essere, il gusto e la gioia di vivere, si cerca una risposta che sia consona ai nostri continui perché. Il responso lo troviamo in un luogo fuori dal tempo, tutto sembra essersi fermato a Lourdes; si respira aria di santità, di pace, una serenità interiore invade il nostro cuore. Non è semplice, tuttavia, esprimere le proprie emozioni dopo un pellegrinaggio in un luogo di culto e di devozione mariana. Un pellegrinaggio è un «viaggio interiore dell’anima», ricco di emozioni che palpitano all’unisono. Ho avuto l’opportunità di compierlo con l’Unità pastorale di Campobello di Mazara, guidata da don Nicola Patti e organizzato dalla professoressa Angela Stallone con un gruppo di 33 persone. Prima di partire per Lourdes uno stato di agitazione ha pervaso il mio essere, ho avvertito un senso di impotenza e di limitatezza, ma anche un dono di grazia permeava il mio intimo – incontrare «Maria la Madre nostra Cara», – e rispondere al suo si, in Cristo.

Varcata la soglia del Santuario, la prima cosa che mi ha colpito è stato il simulacro dell’Incoronata, era come se Lei mi aspettasse, ho provato una forte emozione, non sapevo cosa dire, il mio cuore, però, ha parlato. Percorrendo il viale che mi portava alla grotta ho avvertito una strana sensazione, inspiegabile con la mente, solo il cuore è riuscito a rispondere con il silenzio: voce della mia anima. Ho intrapreso un colloquio spirituale con Maria; a lei ho confidato i miei pensieri, raccontato i miei dubbi, ma anche le mie certezze, i miei desideri nascosti. Stare con Maria alla grotta mi infondeva serenità, era come se il tempo si fosse fermato, lei era con me e vicino a me. Partecipare alle celebrazioni eucaristiche, all’adorazione, alla Via Crucis mi faceva stare meglio, era un bisogno della mia anima, la stanchezza di un anno era volata via, tutte le preoccupazioni scomparse. A Lourdes la sofferenza diventa atto di affidamento alla Madonna, in ogni pellegrino e in ogni malato si evidenzia un anelito di speranza, non c’è posto per la tristezza, tutte le azioni, tutti i gesti sono un inno di lode alla Madonna. Tutto è avvolto da un grande mistero d’amore che ogni giorno viene celebrato, come il bagno nella piscina.

L’attesa snervante è stata supportata dalla preghiera; quando sono entrata in una grande stanza e le volontarie con il loro sorriso hanno chiesto di spogliarmi per l’immersione nella vasca, un brivido di freddo ha pervaso il mio corpo. Essere avvolta in un lenzuolo bianco bagnato ed immergermi nella vasca è stata una sensazione non facile da descrivere razionalmente, solo il mio cuore racchiude quell’emozione; ho ripensato al mio essere innestata in Cristo come nel giorno del Battesimo, un’aura di mistero ha pervaso il mio essere. Dopo l’uscita dalla vasca non ho provato una sensazione di freddo, non occorreva asciugarmi, misteriosamente ero quasi asciutta. Grande mistero d’amore. Credo che questo tipo di viaggio sia come la trama di un libro, essa non va cambiata ma solo riscritta e rivista perché è mutata la visione della vita, il tuo cuore e i tuoi  occhi si comportano in modo diverso, e  si sente un profumo particolare… che solo chi ha fede può sentire e percepire.

Vincenza Leggio

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