Don Daniele La Porta, originario di Castelvetrano, verrà ordinato presbitero nella Basilica Cattedrale di Mazara del Vallo, sabato 6 aprile, alle ore 18. L’ordinazione avverrà per l’imposizione delle mani del Vescovo monsignor Angelo Giurdanella. Don Daniele La Porta celebrerà la sua prima messa da presbitero domenica 7 aprile, alle ore 10, presso la parrocchia San Francesco da Paola a Castelvetrano. Qui di seguito la sua testimonianza per il nostro mensile diocesano.
Il mondo oggi è cambiato: vecchi sistemi si stanno sgretolando, intere generazioni hanno uno sguardo indifferente nei confronti della Chiesa. Qualche anno fa si chiedeva Jean-Marie Tillard «siamo gli ultimi cristiani? Certamente ultimi – rispondeva – di tutta una tipologia di cristiani formati da quel che fu per lunghi secoli il cristianesimo dell’Occidente cristiano». Ultimi, dunque, di una vecchia tipologia e primi, probabilmente, di un’altra. Ma l’esito non è scontato: dipende da come attraversiamo il presente. Von Balthasar scriveva: «gli uomini cercano oggi, con la lanterna in mano, degli uomini che sappiano irradiare qualcosa della luce e della prossimità dell’Origine». Mi domando chi può aiutare l’uomo a trovare frammenti di luce e a riconoscere i segni dei tempi se non il presbitero?
Il presbitero quindi è chiamato a trasmettere l’esperienza di Dio. Ovviamente, lo si può fare solo se si è in Dio, se si vive di Dio. Per tale motivo il presbitero è prima di tutto discepolo del Signore, chiamato a un ministero specifico: la diffusione della Parola di Dio. Esso, come Paolo, è anzitutto “Diacono della Parola”. La sua relazione con la Parola costituisce un elemento cruciale della sua vita spirituale. Afferma l’esortazione apostolica post-sinodale Pastores dabo vobis che il presbitero deve essere il primo “credente” alla Parola. Il presbitero, scelto, ordinato e inviato svolge un ruolo all’interno del Popolo Santo di Dio e della Chiesa. Il Concilio Ecumenico Vaticano II ne sottolinea i compiti: predicare, santificare e guidare. Compiti dati attraverso il sacramento dell’Ordine Sacro. Pertanto il presbitero come ripresentazione sacramentale di Cristo proclama la Parola, ripete gesti di perdono e offerta di salvezza, esercita la sollecitudine pastorale e si offre totalmente per il gregge. Il presbitero, vivendo di Dio, è colui che sa avvicinarsi alla fragilità degli altri senza ripugnanza, superando logiche di opportunità e convenienza.
Ecco allora cos’è la vocazione al presbiterato: sapersi amati dal Signore e trasmettere questo amore in modo incondizionato, senza misura, senza riserve, senza aspettarsi nulla in cambio; una vita donata a Dio e ai fratelli nell’amore. Tutto però ha origine in un cuore capace di mettersi in ascolto. Pertanto, chiedo al Signore ogni giorno, nel rinnovare il mio sì a Dio e alla Chiesa, un cuore capace di mettersi in ascolto di Dio, dei fratelli, del mondo. Questa riflessione nasce dal domandarmi: «che senso ha il sacerdozio oggi?», in vista della mia prossima ordinazione presbiterale.
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