[LA TRAGEDIA] Naufragio nel Mediterraneo, Migrantes: «Dolore e sdegno»

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Dolore e sdegno. È quanto esprime la “Fondazione Migrantes” per l’ennesima strage avvenuta nel Mediterraneo, nel Canale di Sicilia. I morti, secondo fonti umanitarie, potrebbero essere 120. Attualmente sono tre i mercantili e la nave “Ocean Viking” che sono alla ricerca da ore di una imbarcazione a bordo della quale si trovano oltre 100 persone, della quale non si sapeva più nulla da ieri. La portavoce dell’Oim, l’organizzazione dell’Onu per i migranti, Safa Mshli ha dichiarato: «Gli Stati si sono opposti e si sono rifiutati di agire per salvare la vita di oltre 100 persone. Hanno supplicato e inviato richieste di soccorso per due giorni prima di annegare nel cimitero del Mediterraneo. È questa l’eredità dell’Europa?».

«Un altro naufragio aumenta il numero di morti nel Mediterraneo centrale – ha detto Flavio Di Giacomo, portavoce per il Mediterraneo dell’Organizzazione per le migrazioni dell’Onu (Oim) – con un sistema di pattugliamento in mare chiaramente insufficiente Ocean Viking e 3 mercantili erano da soli nelle operazioni di ricerca e soccorso. Una situazione inaccettabile».

A Tripoli – come scrive Nello Scavo su Avvenire – negli ultimi mesi è stata potenziata, su spinta italiana, una nuova guardia costiera, denominata “Gacs”, che risponde al ministero dell’Interno. I guardacoste della Marina militare libica, infatti, sono oramai sotto il controllo dei “consiglieri militari” inviati dalla Turchia, nonostante i pattugliatori siano in gran parte stati donati ed equipaggiati dall’Italia. L’addestramento del “Gacs” avviene in parte a Gaeta, da parte della Guardia di finanza.

Qualche settimana fa il Presidente del Consiglio Mario Draghi è stato in Libia, incoraggiando la guardia costiera libica che aveva ringraziato per i “salvataggi”. Draghi ha posto delle condizioni per il rispetto dei diritti umani fondamentali.

Foto di Flavio Gasperini/Sos Mediterranee.
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