Si è svolta a Marsala la prima tappa del progetto educativo “Abitare con i giovani 2017/2021”, vissuta presso l’oratorio della parrocchia Maria Ss. Ausiliatrice. Lo stare insieme coi giovani è stata l’occasione di servire e stare insieme a persone che, col tempo, hanno imparato a credere più nei valori affettivi, nella presenza di una casa o di una famiglia che nei beni materiali. Si sono strette nuove amicizie, anche tra ragazzi di differenti gruppi parrocchiali, con la voglia di aiutare e dimostrare che questa nuova generazione non è tutta da disprezzare.
Attraverso giochi, pranzi consumati insieme, scenette da rappresentare, risate, abbracci e confronti, i ragazzi hanno condiviso una felicità genuina che, forse, non provavamo da tempo. I giovani hanno portato un “regalo” alimentare a una carissima ragazza direttamente a casa, che li ha accolti col sorriso. La giornata si è conclusa con la santa messa celebrata da don Giuseppe Inglese, che han ricordato ai giovani l’importanza del volontariato. Una domenica colma di emozioni, lacrime e prese di coscienza. «Sicuramente ciò che mi lasciato questa esperienza è stata la condivisione del pranzo: personalmente ho conosciuto persone nuove, aperte al dialogo, intelligenti, curiose. Ciò che mi ha colpito di loro è la gentilezza e la disponibilità, valori che ormai sono quasi persi, del tutto» ha detto Aurora.
«Cambiare prospettiva è stato il messaggio di sintesi della giornata. Dalla Trasfigurazione di Gesù alla Parabola del Buon Samaritano, la prospettiva che ci viene presentata è nuova, è “altra” da quella a cui sono abituata, è la prospettiva dell’amore che si fa dono, la prospettiva dell’azione che si fa servizio, la prospettiva dell’essere che si fa prossimo»ha ribadito Monica.
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«Dopo l’incontro di oggi ci siamo sentiti più vicini ai poveri, ma abbiamo visto realtà che non ci aspettavamo di vedere. Forse è assurdo dire che un povero abbia un telefono abbastanza alla “moda”, ma dopo quello che abbiamo vissuto oggi possiamo dire che ci sono poveri tecnologici. Addirittura si preferiva usare questi mezzi piuttosto che dialogare. Oltre a questo aspetto, è stata una giornata coinvolgente ed abbastanza educativa ed efficace, ha colpito i nostri cuori e quindi vorremmo fare di nuovo la stessa esperienza. Ma soltanto con una modifica: stavolta andare noi dai poveri» hanno commentato Silvia e Giovanni. «È stata una bella giornata e diversa dalle altre domeniche. Sono arrivata a casa contenta e soddisfatta di aver contribuito ad un’opera di bene che comunque ti sprona e ti da la motivazione per continuare con il volontariato» è stato il commento di Chiara.
«Quando mi sono messo in lista non vedevo l’ora che arrivasse questo giorno, l’idea di poter condividere il pranzo con i meno abbienti era veramente entusiasmante. La mattina stessa durante la preparazione non facevamo altro che chiederci quando sarebbero arrivate le altre famiglie. Quando tutto fu pronto, distribuendo la pasta, la gioia che provavano quelle persone si sentiva a fior di pelle. C’è stato un primo momento di imbarazzo a tavola mentre si cercava un modo di approccio per poter iniziare una conversazione, però, in un secondo momento, la voglia di voler far sentire quelle persone a casa a preso il sopravvento. È stata veramente una bella esperienza piena di emozioni, soprattutto grazie ai bambini che ce ne hanno regalate tantissime anche solo attraverso un semplice “grazie” detto con il cuore» ha detto Gioacchino Lupo.
Miriana Ripa per Condividere