[L’INCONTRO] Assemblea operatori pastorali, Assenza: «Lasciarsi amare dal Signore»

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Assemblea degli operatori pastorali, domenica scorsa, nell’aula “San Carlo Borromeo” del Seminario vescovile di Mazara del Vallo, su iniziativa dell’Ufficio catechistico diocesano. L’incontro – sul tema “I segni dei tempi, i segni di speranza” – è stato organizzato nell’ambito del cantiere sull’educare. A relazionare è stato Maurilio Assenza che ha iniziato il suo intervento ricordando che il Vescovo, nella sua Lettera pastorale, da una parte invita a continuare sul solco dello scorso anno andando in profondità nel rapporto con la Parola e, allostesso tempo, a pensare insieme a itinerari di fede, come pellegrinaggi generativi disperanza. Toccando i vari ambiti pastorali, dalla catechesi, alla liturgia e alla carità, il professor Assenza ha indicato l’atteggiamento di una vera conversione pastorale, che ha la sua radice nella conversione del cuore: «La grande conversione è quella di lasciarci amare dal Signore, perché solo così la nostra speranza sarà ben radicata e il nostro amore così vero da non permetterci mai, per amore, di far venire meno la speranza per noi e per gli altri», ha detto Assenza.

Il professore ha aggiunto: «Dagli Atti degli Apostoli impariamo un modello di Chiesa che sola permette discernimenti autentici: una Chiesa perseverante nella “cose essenziali della fede”. Leggendo con attenzione la nostra storia, e in particolare la fine della cristianità, ci accorgiamo che siamo ricondotti all’esigenza di un cristianesimo che sia lievito e che per questo sia attraente e maturo, radicato nella sostanza e non nella superficie, in ciò che è interiore e spirituale, e non in ciò che è esteriore/esteriorizzante e sacrale e/o mondano. Allora la verifica non sarà sui risultati ma sui processi, sulla qualità dei processi di educazione cristiana. Processi che non si esauriscono nell’immediato ma che intessono passaggi che sanno cogliere la complessità e quel filo che la trasforma in cammino, in “pellegrinaggio” perché vengono tenuti vivi la meta e il ritmo dei passi (il tempo è superiore allo spazio)». Al termine dell’intervento di Maurilio Assenza, i partecipanti hanno svolto alcuni momenti di riflessione in gruppo.

È necessario assumere atteggiamenti di partecipazione alle sofferenze dell’umanità ripensate «come doglie di un parto», un cammino che si nutre di speranza «quella che non delude» perché fondata in Dio e immessa in una crescita che ci rende, ogni giorno, adulti nella fede e nella carità.

 

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