Che cosa è oggi l’Azione cattolica? Non mi riferisco al suo Statuto e al suo “ordinamento” giuridico e normativo, frutto di un lungo percorso di aggiornamento compiutosi nel 2003, né al suo progetto formativo esito di un lavoro condiviso e partecipato di revisione dei fondamenti teologici, spirituali, culturali e pedagogici della proposta formativa alla luce del recente magistero di papa Francesco. Voglio partire dalla realtà delle persone che oggi scelgono di aderire e di impegnarsi nelle nostre comunità a partire dall’associazione. L’AC è innanzitutto una realtà con una diffusione capillare, è presente nei piccoli centri e nelle grandi città in tutte le aree geografiche del Paese.

È una realtà intergenerazionale ma con una significativa presenza di bambini, ragazzi e giovani: la metà dei delegati alla XVII assemblea aveva un’età compresa tra 20 e 40 anni. È una realtà impegnata su progetti e percorsi di servizio alla vita concreta e quotidiana delle comunità, attraverso collaborazioni e forme di partenariati che si pongono obiettivi che vanno dalla formazione all’animazione sociale e culturale. Una realtà ecclesiale, radicata nella vita delle Chiese locali come evidenzia il gran numero di giovani e adulti chiamati a collaborare nei diversi settori della pastorale. Un’associazione che genera nei territori storie di impegno nella vita sociale e politica attraverso diverse centinaia di amministratori locali in diverse formazioni politiche e liste civiche. È un tessuto articolato di gruppi che nel tempo di questa pandemia hanno messo al centro della propria vita la cura delle persone, delle relazioni, la sollecitudine verso i più fragili e coloro che rischiavano di essere isolati e messi al margine.
Un’AC resiliente… di più “antifragile” ossia capace di attivare percorsi di autentica trasformazione, facendo della crisi un “kairos” per vivere con ancora maggiore entusiasmo la bellezza perenne e attuale del Vangelo. La Parola di Dio è sempre oggi la “buona notizia” sulla vita di ciascuna persona che, nella disponibilità e autenticità di un incontro personale, sa aprirsi alla relazione con il Signore e alla tessitura di legami, significativi e profondi che da essa discendono. Ai laici il compito di ritrovare forme di narrazione e testimonianza che rendono ragioni convincenti per le persone di questo tempo, parole significative che comunicano al cuore senza trascurare la testa, gesti sinceri e delicati di prossimità e gratuità che sanno ancora provocare incanto e stupore. Sono certo che l’AC saprà attraversare questo tempo, un po’ in tempesta, se saprà tenere lo sguardo all’orizzonte, laddove nasce la luce e si avvista la terra.
Giuseppe Notarstefano per Condividere
Presidente nazionale Azione Cattolica