LOREDANA LUCERNONI
Mamma….insegnami a volare
«Sono pagine bellissime come l’acqua della montagna». Queste le parole del cardinale Angelo Comastri dopo aver letto il bellissimo libro di Loredana Lucernoni “Mamma…insegnami a volare”. La Lucernoni è semplicemente una mamma, mamma dolcissima, che racconta e si racconta attraverso un dolore troppo grande, attraverso un sogno più grande ancora della sofferenza: la favola.
È questo un libro di fiabe, donato alla biblioteca dei bambini “L’isola che non c’è” di Mazara del Vallo dalla stessa autrice, dono che ha entusiasmato mamme e bambini, per le splendide favole che il libro raccoglie. È questo un libro in cui l’autrice testimonia attraverso una fantasia sorprendente, la presenza di un Dio, bellezza e amore, che si rivela nelle parole più semplici, dietro un linguaggio fantastico, quasi irreale che non finisce mai di sorprendere e commuovere.
L’autrice è una madre straziata da un dolore profondo: la perdita del proprio figlio e la malattia incurabile del’ altro figlio più piccolo; tuttavia attraverso semplici favole, il dolore diviene musica e la realtà diviene canto. Nel libro la realtà cruda e dolorosa è trasformata dallo stesso linguaggio irreale, in un mondo dove l’amore vince sempre. Ogni pagina, ogni storia è un inno alla vita; queste fiabe tuttavia non sono state necessariamente concepite per bambini, ma anche per gli adulti un po’ smarriti e sono comunque il frutto di una secolare tradizione orale che cerca di parlare della natura umana integrandola di elementi magici e fantastici.
Questo è un libro che invita davvero a ricordare che non possiamo certo fare volare i nostri bambini ma che possiamo attraverso ali immaginarie aiutare i più piccoli ad alzarsi ed innalzarsi innanzi alle brutture di un mondo che talvolta li spaventa e li rende fragili. La realtà è che le fiabe ed i racconti per bambini descrivono la vita di tutti i giorni con parole e narrazioni che aiutano i bimbi a capire le cose, anche quelle oscure e incomprensibili… la fiaba aiuta persino i bimbi ad approcciarsi al dolore e al male e fa comprendere che tutti nella vita hanno la possibilità di cambiare in bene… anche nelle situazioni peggiori… fare capire che nella vita non si muore quando si fa del bene, ma colui che muore nella bontà, ha la vita ad attenderlo… ha il sempre ed il «per sempre».
Scrive la Lucernoni: «Queste sono favole per ricominciare a vivere, dando il giusto tempo a Dio ….favole per riprenderci il tempo che ci è stato donato.. per tornare a pensare e a sognare, perché sono i sogni che rendono umana l’umanità e di Dio si nutre il nostro spirito carico di Eternità».
Maria Cristina Gallo