MARIO SIGNORE e LUCA CUCURACHI
Libertà e laicità
(edizione Cleup)
| 2011 | pp. 372 | euro 16
Per non disperdersi nel labirinto delle definizioni e dei possibili paralogismi, nel testo “Libertà e laicità” si è cercato di mettere a fuoco il rapporto tra molteplici ambiti riguardanti la persona ,in maniera tale da restringere il campo in questione, senza correre il pericolo, di ridurre la quaestio sulla libertà, in mera dissertazione filosofica. Ovviamente per potere dare un contributo di senso alla riflessione “libertà e laicità”, non si può non tenere conto dell’apporto decisivo e determinante datoci dal Concilio Vaticano II ,tutto incentrato sulla persona umana e quindi sul diritto che ogni essere umano ha alla libertà, in particolar modo quella religiosa. L’uomo, come sottolinea il Concilio, deve essere immune da ogni forma di coercizione o pressione, che riguardi il suo credo, o convinzione religiosa; nessuno può essere forzato a pensare o agire contro coscienza. Il Concilio, dichiara con forza, il diritto alla libertà religiosa in quanto questa riguarda la stessa dignità dell’uomo; questo diritto, infatti deve essere custodito e tutelato fortemente non solo da ogni istituzione, ma deve essere sancito come diritto civile nell’ordinamento giuridico della società. La libertà della persona, da quanto emerge dallo stesso Concilio, è il fondamento della singolarità e dell’universalità di ogni uomo e pertanto essa è e rimane sempre al centro di ogni iniziativa umana e storica della persona stessa. In particolare, il principio della libertà religiosa è un diritto ineliminabile dell’uomo, e come tale rappresenta anche una responsabilità del singolo nei confronti della società e viceversa, in tal senso ogni riflessione riguardante il rapporto tra la libertà e la laicità non può prescindere dalla questione sociale o civile e va pensata e ripensata anche fuori dall’ambito ecclesiale o religioso. Il libro “Libertà e laicità” nasce da una riflessione attenta, confronto tra intellettuali di molteplici università italiane, convenuti a Lecce per un convegno voluto dall’Università del Salento, per iniziativa della “Fondazione Centro studi filosofici” di Gallarate e rappresenta un contributo notevole sul nesso libertà-laicità. In primis, nel testo, viene messo in luce il problema dello Stato con la religione, ed emerge fortemente quanto già sottolineato, la Chiesa come popolo è società nella società, pertanto non deve esserci conflitto con lo Stato né tanto meno si può parlare di società prescindendo dalla questione religiosa; la Chiesa semmai deve essere, come organizzazione di credenti nella società, chiamata come una interlocutrice delle stesse istituzioni politiche. È chiaro che siamo ben lontani dalla situazione ottocentesca del “Non expedit” che chiede al singolo cittadino la totale estraniazione della politica dalla religione. Oggi, da quanto emerge dalle riflessioni apportate nel testo in analisi, la sfera religiosa dell’uomo non è una “cosa a parte”, essa deve invece potere dialogare attivamente con la politica, senza alcuna sottomissione o asservimento.
Maria Cristina Gallo