La visita è un tuffo nel passato. Perché l’attuale chiesa del Carmine di Marsala (sino al 1490 chiamata dell’Annunziata) e l’annessa torre campanaria fanno parte del Convento che, secoli addietro, costruirono i padri Carmelitani. Un pezzo di storia di Marsala, insomma. Grazie a un accordo di collaborazione tra la Diocesi, l’associazione “Ciuri” e l’associazione “Giva” di Marsala per tutta l’estate la chiesa e la torre campanaria saranno visitabili tutti i giorni, dalle 9 alle 19, con un contributo di 4 euro.
Scoprire la chiesa e il suo campanile significa scoprire anche la sua storia. Sull’arrivo in città dei frati dell’ordine Carmelitano si sa poco. È certo che alla fine del XIII secolo, erano già certamente in Sicilia occidentale: sembra siano giunti nel 1224 e a partire dal 1315 realizzarono la chiesa e il loro convento fuori le mura a Marsala, divenuto polo di attrazione e meta di pellegrinaggi in onore della Madonna detta di Trapani. La chiesa (insieme al Convento, oggi sede dell’Ente mostra di pittura, e alla torre campanaria) resta una delle opere architettoniche di primario interesse culturale della città. La sua bellezza e originalità si apprezzano già dalle volte a crociera che si possono ammirare nel portico antistante l’ingresso. Questo è di stile rinascimentale, lo stesso delle finestre che si trovano a primo piano della chiesa. Quello che si può visitare oggi è il luogo di culto rimaneggiato in età barocca, sempre a opera dei frati carmelitani: navata unica coperta da un dammuso lunettato e, ai lati, alte finestre sugli arconi che individuano le cappelle.
Il campanile annesso alla chiesa è stato definito dal Marchese di Villabianca come «una delle meraviglie della Sicilia». In epoca antica è stato considerato uno dei monumenti più belli e insoliti dell’isola. Secondo le testimonianze scritte dal Marchese, quando il campanile suonava “a mortorio” si muoveva, facendo paura a chi si trovava all’interno. Oggi il campanile è privo delle campane ma resta uno dei monumenti più attrattivi della città. A base ottagonale colpisce la sua scala elicoidale in pietra arenaria. Originale è la sua cupola ricoperta da mattoni verdi. Costruito nel 1513, fu restaurato nel 1684 e crollò il 27 luglio 1745 durante i lavori di consolidamento. Il progetto di ricostruzione porta la firma dell’architetto trapanese Giovan Biagio Amico che mantenne l’originario disegno. I lavori furono completati nel 1748. Oggi dalla sommità del campanile, tramite alcune finestre, è possibile ammirare il panorama sul centro storico della città di Marsala.