Nel 1986 Giovanni Paolo II, visitando la Sinagoga di Roma, accolto dal Rabbino Capo Elio Toaff, salutava gli ebrei presenti dicendo: «Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire i nostri fratelli maggiori ». Questa straordinaria visita avveniva a poco più di venti anni dalla Dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano II, promulgata nel 1965, che sottolineava il “vincolo che lega spiritualmente” cristiani ed ebrei, il «grande patrimonio spirituale comune» agli uni e agli altri e afferma anche che la Chiesa «riconosce che gli inizi della sua fede e della sua elezione si trovano già, secondo il mistero divino della salvezza, nei Patriarchi, in Mosè e nei Profeti».

Nel 1989 fu istituita la Giornata del Dialogo Ebraico-Cristiano celebrata ogni anno il 17 gennaio. Anche in Sicilia tale Dialogo ha grande spazio e i siciliani sono molto interessati all’ebraismo, oltre che per l’aspetto religioso, per quello storico-sociale. È bene ricordare, infatti, che fino al 1492 vi erano in tutta l’Isola numerose e fiorenti comunità ebraiche. Soprattutto due centri, l’Istituto Siciliano di studi ebraici (ISSE) e l’Officina di studi medievali, hanno contribuito alla diffusione di conoscenza e al dialogo. Il dialogo, che oltre alla Giornata espressamente dedicata, viene promosso in varie occasioni, viene vissuto non solo come approfondimento di conoscenza dell’altro, ma come esperienza di condivisione di valori, spiritualità, preghiera. Un esempio è la celebrazione pubblica di Chanukkà, che ogni anno, dal 2013, si svolge all’interno di un luogo simbolico importante: Palazzo Steri, oggi sede del Rettorato, un tempo sede dell’Inquisizione. Le luci della channukkia illuminano le tenebre di quel luogo; è un momento molto toccante, nel quale ebrei e cristiani condividono i loro pensieri e le loro preghiere. Anche i corsi di ebraico biblico e di Tora, questi ultimi in collaborazione con l’ISSE e l’UCEI (Unione Comunità ebraiche italiane), che si svolgono presso l’Officina di Studi Medievali, costituiscono momenti di incontro e dialogo, dove ognuno, pur mantenendo la propria identità, conosce e ascolta l’altro, senza pregiudizi.
Ad attestare la profondità di tale dialogo è senza dubbio il gesto dell’Arcivescovo Corrado Lorefice, che, rispondendo all’esigenza di realizzare una Sinagoga, nel 2017 ha dato in comodato d’uso alla comunità ebraica di Palermo l’Oratorio di Santa Maria del Sabato (luogo significativo perché sito nell’area dove un tempo era la grande Sinagoga). Purtroppo ancora non si è riusciti nella realizzazione di questo importante progetto. Mi piace concludere sottolineando ancora il legame unico tra ebraismo e cristianesimo, che trae nutrimento da un Testo comune; dalla lettura e lo studio di questo Testo derivano gli insegnamenti principali del nostro vivere quotidiano e anche le radici più profonde del dialogo. Siamo tutti fratelli, figli di un Unico Padre (Malachia 2,10; Isaia 64,7) e possiamo dialogare, camminare mano nella mano, lavorare insieme per rendere il mondo migliore, basandoci sui valori comuni della nostra fede: misericordia, amore, giustizia.
Luciana Pepi per Condividere
Docente Università di Palermo