“Riscattata. Una storia vera” (160 pagine – Eternity editore) è il titolo della testimonianza vissuta dalla missionaria Elena Posarelli, libro presentato nei giorni scorsi a Roma. La presentazione a Roma è stata moderata da Antonio Ingoglia, direttore del CIS. La Posarelli è vice direttrice del Centro interconfessionale di studi “Unitatis Redintegratio”. «Ho dato il mio cuore a Gesù nella Chiesa cattolica anche se la vita mi ha portato poi a fare scelte diverse», così racconta nel libro Elena Posarelli: il suo impegno ministeriale, ma anche le amarezze che hanno attraversato dolorosamente la sua vita. Due gli episodi che hanno segnato in particolare la sua esistenza, come riportato nel libro, l’abuso subito quando era appena diciottenne e la costrizione ad abortire ad opera del suo abusatore. Esperienze che è riuscita a superare grazie all’incontro con lo Spirito Santo, che le ha consentito di riprendere in mano la sua vita, pronta a ricevere tutto ciò che la sua nuova, meravigliosa condizione di “riscattata” ha in serbo per lei.
La terribile vicenda a lieto fine di Elena Posarelli, risale a quando all’età di 18 anni rimase vittima di una violenza e in seguito costretta ad abortire. Tutto si verificò quando le venne proposto un viaggio di lavoro con un conoscente di famiglia e, in quell’occasione, fu abusata. Violenze che andarono avanti per mesi: «Sono riuscita a nascondere tutto ai miei genitori – ha raccontato nel corso dell’intervista alla trasmissione tv “I fatti vostri” nei giorni scorsi – ma poi ho scoperto di essere rimasta incinta: mi sentivo strana. Lui mi disse che ero in attesa e che avrei dovuto abortire. Quindi mi mise letteralmente su un treno dove ho rischiato di morire, perché perdevo molto sangue. Tornata a casa, mia mamma, ritengo per proteggermi da accuse ma un po’ anche per vergogna, mi convinse a non sporgere denuncia. Mentre mio padre non ha mai saputo per intero la storia. Erano altri tempi, stiamo parlando di 30 anni fa. Dopo mi sono buttata a capofitto nel lavoro e, pensando di scappare da tutto, mi sono trasferita in Sud America. Ma i bagagli si portano dietro: lì ero sola, con altre difficoltà. Una notte andai in cucina, presi il coltello e stavo per farla finita. Ma in quel momento mi ricordai che da bambina in momenti di debolezza spesso scappavo e andavo in Chiesa».
In quegli istanti riceve una sorta di chiamata: «Sono stata riscattata dall’amore di Dio, ho compreso che tutto aveva un senso e che potevo trasformare la mia storia in qualcosa di buono da dare agli altri. Sono rimasta 7 anni in Sud America, 7 meravigliosi anni in cui ho vissuto nelle favelas. E sono diventata una missionaria. Tornata in Italia ho ritrovato un vecchio amico: ci siamo innamorati, sposati e oggi abbiamo due bellissimi figli».