[QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA] Gesù è venuto per salvare non per condannare

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Si è soliti raccontare un’immagine distorta di Dio, venuto nel mondo come giustiziere, semplicemente a condannare e a separare il bene dal male. Ma la Liturgia di oggi ci offre una pericope evangelica che tratteggia il vero volto di Dio e il fine principale della Sua missione: «Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3,17). Non è Dio a condannare, ma la condanna se la cerca da sé nel momento in cui l’uomo non crede e non riconosce Gesù Cristo come Kyrios del tempo e della storia personale e comunitaria. Infatti al v. 18 si dice: «chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

Panorama di Gerusalemme dalla chiesa del “Dominus flevit”.

È necessario credere nella potenza racchiusa «nel nome dell’unigenito Figlio di Dio» se si vuole giungere alla salvezza, perché il Padre ha posto tutto in quel nome: «Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami “Gesù Cristo è Signore!”, a gloria di Dio Padre» (Fil 2,10-11).

Croce nella chiesa di “San Pietro in Gallicantu” a Gerusalemme.

Non c’è salvezza al di fuori di Cristo, Lui è il salvatore, la Via che conduce alla pienezza della vita. Noi crediamo fermamente che Gesù è il Figlio di Dio? Oppure siamo assaliti dal dubbio che da quel Crocifisso non c’è vera e piena salvezza? La Quaresima possa essere per ciascuno di noi un tempo di riscoperta del nostro Credo, facendo la stessa esperienza del cieco nato, che nella sua professione di fede manifesta tutta la portata mistica e profonda nel riconoscere Gesù come l’Emmanuele: «Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: “Tu, credi nel Figlio dell’uomo?”. Egli rispose: “E chi è, Signore, perché io creda in lui?”. Gli disse Gesù: “Lo hai visto: è colui che parla con te”. Ed egli disse: “Credo, Signore!”. E si prostrò dinanzi a lui» (Gv 9,35-38).

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