«Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3,17)! Non è la vendetta che spinge Dio a inviare il Figlio nel mondo come giudice supremo perché gli uomini fossero condannati e puniti per le loro colpe; ma è l’amore, la misericordia, la compassione che conducono Dio nella realizzazione della sua opera salvifica per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo. Ne dà testimonianza la Sacra Scrittura.
Per amore Gesù «prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto» (Gv 13,4b-5) perché si comprenda che amare è servire. Per amore Gesù nel Getsèmani sperimentò la tristezza e la paura di bere il calice della passione: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà» (Mt 26,42), perché nei momenti di sconforto e di angoscia si possa riporre fiducia in Dio.
Per amore Gesù silenziosamente ha presentato il suo dorso ai flagellatori, le sue guance a coloro che gli strappavano la barba; non ha sottratto la faccia agli insulti e agli sputi (cfr Is 50,6) perché non ci si faccia giustizia da sè, ma si impari a consegnare la propria vita nelle Sue mani; Per amore Gesù portò sulle sue spalle la croce e «si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Golgotà» perché si possa condividere il peso della propria croce con Lui, traendo la forza necessaria per portarla fino alla fine. Per amore Gesù dice: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34) perché si possa sperimentare la forza dirompente del perdono che spezza ogni vincolo di peccato.
Per amore Gesù accetta la solitudine e l’abbandono del Padre: «Dio mio, Dio mio,
perché mi hai abbandonato?» perché nel dolore accecante e assordante si possa percepire la Sua presenza e sentire la Sua Parola consolante. Per amore il Padre ha mandato nel mondo il Suo Figlio perché ciascuno possa essere raggiunto nella propria carne e nelle proprie ossa dalla potenza dell’amore che salva, perdona, guarisce e trasforma. Rivolgiamo perciò il nostro sguardo verso il Figlio dell’uomo innalzato su quella croce e lasciamoci attrarre dalla sua bellezza, manifestazione del suo immenso amore.