[VERSO LA PASQUA] Quinta domenica di Quaresima: Non giudici ma cercatori di misericordia

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Protagonista silenziosa della pagina evangelica (Gv 8,1-11) di questa quinta e ultima domenica del tempo di Quaresima è una donna adultera, colta sul fatto dagli scribi e dai farisei, custodi implacabili e tutori inflessibili della legge mosaica. L’autore del quarto vangelo non si cura di spiegare come costoro l’abbiano scoperta in flagrante; sarebbe stato un dettaglio che avrebbe sicuramente scatenato la curiosità del popolo dei social, ma a quel tempo questa platea non si era ancora attivata (!!!).

Il racconto è rapido e incalzante e sorprende Gesù un po’ alla sprovvista. Il Maestro, infatti, dopo una notte passata in preghiera sul monte degli Ulivi, ammaestrava il popolo nel tempio. E proprio questo è lo scenario del drammatico processo sommario, nel quale scribi e farisei sostengono l’accusa, denunciando il reato/peccato della donna e chiedendo l’applicazione immediata della pena prevista dalla legge. Evidentemente il complice l’ha fatta franca, forse perché più abile a fuggire, o proprio perché maschio; chissà!

Gerusalemme: Il Monte degli Ulivi.

La situazione si fa imbarazzante per Gesù perché, a giudizio dell’evangelista, lo costringono al ruolo di giudice «per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo». Infatti, se non avesse convalidato la condanna alla lapidazione si poteva incolparlo di violazione della legge; se invece avesse abbandonato l’imputata ai suoi accusatori avrebbe sconfessato la sua fama di uomo della misericordia e del perdono. Il tranello era stato confezionato a dovere e senza vie di fuga; almeno così avranno pensato i suoi autori. In mezzo sta la donna, cosciente della sua colpa e in attesa che si compia il suo tragico destino. Nessuno ardisce mettersi accanto a lei per assicurarle un minimo di difesa in un processo sommario con condanna inappellabile.

Gesù, però, sembra disinteressarsi della questione e si mette a scrivere qualcosa sulla polvere del pavimento, indispettendo gli accusatori. In tanti hanno cercato di indovinare quanto Gesù ha segnato per terra; fatica inutile! In ogni caso, il suo intervento ristabilisce la simmetria delle posizioni, provocando gli accusatori con l’invito a eseguire la pena, cominciando da chi sente di potere lapidare la donna ritenendo se stesso immune da peccato.

Gerusalemme: La spianata del Tempio.

Sappiamo come si conclude la vicenda e come tutti finiscono per ritrovarsi sul banco degli accusati: la donna, ma anche i suoi giudici. Con una differenza: l’adultera viene perdonata perché non accampa scuse per discolparsi, ma con l’invito a cambiare vita; gli altri restano nel loro peccato, avendo perduto un’occasione per passare da censori inflessibili a cercatori di misericordia, se solo avessero ricordato che Dio non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. E questo è il messaggio che ci lascia l’ultima domenica di Quaresima.

Domenico, Vescovo

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