ADRIANO PATTI
Perché la legalità?
(edizione Vita e Pensiero) | 2013 | pp. 136 | € 14
Scrivere su un testo sulla legalità, scritto da un magistrato come Adriano Patti, è sempre una grossa responsabilità; se aggiungiamo poi, che si tratta di un autore che ha scritto numerose pubblicazioni giuridiche, oltre che di un uomo di legge dedito al suo desiderio di volere educare i giovani in particolare modo, alla legalità, non solo con pubblicazioni, ma con incontri e dibattiti che hanno come obiettivo di condurre gli studenti dentro un problema che oggi sembra essere divenuto la spina più dolorosa del nostro paese. Il valore della giustizia, come si evince dal libro, è il valore stesso dell’uomo e pertanto va promosso e gridato a gran voce, anche quando sembra essere ormai un grido silenzioso, muto direi; tuttavia il nostro autore non vuole arrendersi e con forza parla di «formazione alla legalità», pertanto è comprensibile che da sole le leggi non possono bastare; l’autore dunque parla di riconoscimento delle leggi e di interiorizzazione della stessa legalità come bene proprio dell’uomo. Questa strada sembra essere l’unica via percorribile e proponibile ai nostri giovani, via pensata e pensabile per potere risvegliare le coscienze, senza coercizione ma con la formazione, quella sola formazione che diviene formante solo se opera dal di dentro di ogni uomo e non dal di fuori. Ognuno di noi deve potere riconoscere quel senso di giustizia insita nell’essere umano e pertanto a ragione, si tratterebbe non più di conoscere, quanto di riconoscere la legalità come supremo valore sociale e civile. In questa prospettiva, educare alla legalità, non può che essere e divenire un educazione alla corresponsabilità, un credere alla vita comune come possibilità di un buon vivere insieme. Questo profilo di educazione e formazione, richiede non solo maestri vigili che possano accompagnare i giovani nella comprensione e nella ricerca del bene, ma testimoni e vite che si mettano in gioco quotidianamente. Il linguaggio di Adriano Patti è straordinariamente efficace, semplice e sottilmente concreto, ogni parola si muove all’interno di una visione convincente, sia per lo stile, che per le tematiche affrontate; la lucidità con la quale affronta la questione sociale in Italia ed in Europa e la possibilità di una riforma della giustizia assumono il contorno di una prospettiva reale, che dà speranza e allunga l’orizzonte. «Occorre insomma – così scrive l’autore – rompere l’isolamento e il clima di sfiducia in cui i tanti meritevoli si sono rifugiati», in tal modo diviene possibile dunque progettare ed operare insieme per il bene comune.
Maria Cristina Gallo