Portare nel grembo un figlio è una esperienza unica e irripetibile, un misterioso legame nasce e lega per sempre il nascituro e la madre; saranno gli ormonali o fattori ancestrali ma è così. Tuttavia si può nascere, io penso, anche nel cuore di ogni madre, padre e in genere di ogni essere umano; proprio così l’affido è questo, l’opportunità di creare a posteriori dopo la nascita, quel legame unico e irripetibile, qui forse un pò surrogato, anche a chi per svariati motivi non l’ha colto.
“Save the Children” all’interno del suo rapporto “Nuotare contro corrente. Povertà educativa e resilienza in Italia”, diffuso nella primavera 2018, racconta che in Italia continuano a rimanere molto alti i numeri dei minori in situazioni di disagio: parliamo di almeno 1 milione e trecentomila minori che vivono in povertà assoluta, senza contare le storie di abusi, maltrattamenti, delinquenza e difficoltà varie che spesso restano sconosciute ai Servizi Sociali del territorio. A questi dati debbono aggiungersi quelli dei minori stranieri non accompagnati, un numero che negli ultimi anni, con l’aumento dell’immigrazione verso l’Italia, si è attestato sulle 10.787 presenze al 31 dicembre 2018 (dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali).
Di affido familiare si parla ancora troppo poco nel nostro Paese: a dicembre 2018 erano solo 26.000 i minori accolti tramite percorsi di affidamento familiare. In Italia la legge n.184 del 1983, poi modificata nel 2015, disciplina l’istituto dell’affidamento familiare con il fine di porre rimedio a situazioni di temporanea inabilità dei genitori di esercitare la responsabilità genitoriale. È uno strumento che mira a tutelare i minori, che vengono affidati a parenti o a terze persone o comunità, e che può terminare con il rientro nella famiglia di origine o con la dichiarazione di adottabilità. Esistono diversi tipi di affido, quello più conosciuto è l’affido residenziale: il bambino vive a casa della famiglia affidataria e mantiene i contatti con la sua famiglia di origine. Esiste poi l’affido part time per quelle situazioni in cui ai bambini serve un sostegno “leggero” per alcune ore al giorno, nei fine settimana e per periodi di vacanza.
Infine l’affido di pronta accoglienza in cui si accolgono situazioni di emergenza nel giro di poche ore. Tutti posso diventare affidatari di un minore, coppie sposate e non, con o senza altri figli, single, il principale requisito richiesto è l’amore, quell’amore sovrabbondante e gratuito che può trovarsi solo nella famiglia. Non pensate però che l’affido sia utile solamente ai minori, principalmente a loro, certo; ma in realtà corrobora e accresce la nostra capacità di amare, rafforza i legami umani proprio perché prescinde da un legame biologico, Nessuno può sperimentare i valori della vita senza volti concreti da amare (Fratelli tutti). Il Santo Padre ci invita a farci prossimo dei nostri fratelli, questo è sicuramente uno strumento di prossimità particolare: è generativo.
Giovanna Messina, avvocato