[ALLARME BULLISMO/2] Nel mondo giovanile, supporto all’indifeso e confronto col bullo

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Oggi sentiamo parlare frequentemente di atti di bullismo nelle scuole d’Italia e ciò che più stupisce è la violenza che a volte viene consumata nelle classi. Sempre più spesso sono vittime di bullismo i professori e, anche se sembra strano, un alunno può causare molti problemi a una persona adulta. Ma se conosciamo tutti le conseguenze degli atti di bullismo su alunni o professori, consideriamo piuttosto le cause di questo fenomeno. La classe costituisce una micro-società dove convivono ragazzi e docenti, quindi spesso (e soprattutto nelle scuole primarie e secondarie di primo grado) alcuni individui assumono la figura di leader, il che, insieme ad atteggiamenti prepotenti e violenti, li porta a vedere il professore come un avversario e i compagni come vittime.  Non è certo questa l’unica causa del bullismo. Infatti certi comportamenti si verificano per una mancata educazione da parte dei genitori, o perché il bullo vuole emulare determinati atteggiamenti, o ancora per la cattiva influenza di televisione e videogiochi.

A destra: Alessio Serra.

È corretto considerare tutti questi fattori, ma sarebbe errato attribuire troppo peso a uno solo di essi. Ormai da qualche anno si è affermato il cosiddetto cyberbullismo, perpetuato attraverso i media e quindi diverso dal bullismo solitamente conosciuto, ma molto più pericoloso, perché la personalità della vittima viene spesso distrutta da una continua violenza psicologica. Si pensa solitamente che il bullo viva una situazione difficile a casa; ma ultimamente non è più così e sono principalmente le persone meno sospettabili a praticare cyberbullismo verso i coetanei, con l’unico motivo di ottenere approvazione dalla propria cerchia di amicizie, esibendo le proprie prepotenze.  Cosa fare, quindi, per fermare il bullismo? Quando si verifica un atto di bullismo, spesso la vittima non ha il coraggio di parlare e il bullo ottiene il favore dei compagni.

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Quindi il primo passo deve essere fatto proprio da questi ultimi, perché potrebbero intervenire più efficacemente di quanto non farebbe un adulto: più che mettersi contro il prepotente di turno, la prima cosa da fare è dare supporto all’indifeso, aiutarlo a denunciare e a confrontarsi con il bullo, dopodichè aiutare anche lui a rendersi conto delle ingiustizie che causa e a comportarsi nel rispetto della legge.  Anche i genitori possono intervenire, qualora si rendano conto che il figlio non vive serenamente la scuola, convincendolo a sfogarsi, ma dall’esperienza di uno studente sarebbe molto più efficace l’aiuto dei compagni. Il bullismo dunque è un fenomeno che da sempre è esistito e che si evolve al passo con i tempi; tuttavia non è impossibile sconfiggerlo, se si combatte insieme alle persone vicine.

Alessio Serra per Condividere
studente del Liceo “G.P.Ballatore-G.G.Adria” Mazara del Vallo

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