[ASPETTANDO IL FESTINO/LA STORIA] San Vito, quel Santo conosciuto e sconosciuto patrono della città

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Vito… santo conosciuto e sconosciuto! Il suo culto conobbe fin dall’antichità una straordinaria diffusione. «Non so quante siano le località italiane e non italiane che, per motivi diversi, fanno riferimento a San Vito. Il fenomeno non è nuovo, né isolato; anche per Omero, secoli fa, molte città della Grecia contendevano fra loro di avere rapporti con il Vate, di essere il luogo in cui il poeta era nato, perché  ognuna di esse riconosceva il poeta così vicino a sé e al suo patrimonio ideale da volere e poter essere il luogo della sua origine; ognuna riteneva onore grandissimo aver dato i natali ad Omero;  ognuna amava quel poeta e lo sentiva come sua proprietà. Per Vito avviene la stessa cosa con l’aggiunta, forse, che ognuna delle città che in vario modo a lui si collega ha trovato e trova in lui il protettore benefico e taumaturgico»2 [M.G. Bianco, San Vito puer et martyr: questioni agiografiche, in Maurici F. – Alongi R. – Morabito A. (a cura di), Atti del Congresso internazionale di studi su San Vito e il suo culto, Mazara del Vallo 18-19 luglio 2002, Trapani 2004, p. 67].

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Ciò nonostante, e nonostante la immutata devozione dei suoi fedeli, di lui non sappiamo quasi niente. Discepolo di Cristo e suo martire, il cui culto è attestato in Lucania nel VII-VIII secolo, sono le uniche notizie che possiamo riportare. Solo antiche narrazioni leggendarie, le passiones, colmano questo vuoto. Ma esse pure risalgono al VII-VIII secolo e raccontano della nascita di Vito in Sicilia, del suo viaggio in Lucania e del suo martirio a Roma, sotto l’impero di Diocleziano, all’inizio del IV secolo.5 Il racconto si conclude con la narrazione degli angeli che lo trasportano presso il Sele dove muore e trova sepoltura. Questo giovane Martire della Chiesa paleocristiana fu particolarmente venerato fin dai tempi antichi nel territorio della Sicilia Occidentale. Il suo culto è attestato nel toponimo di Monte di San Vito (San Vito Lo Capo) come risalente già al primo millennio cristiano. Con la riconquista normanna dell’XI secolo e la creazione della nuova sede episcopale nel Vallo di Mazzara, Vito è riconosciuto come il tesoro di fede della chiesa diocesana e acclamato nella città episcopale capovalle come concittadino e protettore celeste. Pretendere la prova storica che san Vito sia nato a Mazzara per affermare le veridicità e la legittimità del suo culto in Città, o ancor peggio, affermare che il culto e l’amore dei mazzaresi verso il loro Santo non regge al vaglio della prove storiche, è una forzata posizione che non rende la ragione evidente dell’amore che la città, la Diocesi e tutto il territorio dell’antica grande Chiesa Mazzarese aveva verso San Vito.

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I Vescovi,  infatti, proprio perché le comunità  cristiane della nuova Diocesi  avevano conservata la memoria antichissima del passaggio del Martire e la sua devozione, lo  riconobbero quale Santo simbolo che identifica la Chiesa mazzarese allo stesso modo di Agata per Catania o Lucia per Siracusa. Così, come quando in giro per il mondo ci si imbatte nella martire Agata si pensa alla città etnea, allo stesso modo, quando ci si ritrova, anche casualmente, a Praga come ad Omegna, a Reijeka come a Polignano, dinnanzi all’immagine del giovane Vito, si pensa alla Città del Vallo. L’apostolo Pietro non è nato nella Città Eterna, ma se c’è una città dove Pietro ha continuato a vivere, quella è Roma ed è chiamato giustamente “romano”. Di Vito, abbiamo detto, dalle fonti storiche non sappiamo dove sia nato, ma la fede, la devozione, i secoli ce lo presentano come mazzarese e tale lo acclamiamo. I “festini” che la Città ha celebrato in suo onore lo esaltano come Primo cittadino del Cielo di Mazzara; la preghiera popolare continua ad invocarlo come protettore: Santu Vitu di Mazzara, lu vostru vrazzu n’arripara.

Don Piero Messana
(foto di Filippo Serra)

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