La mostra “L’esercito della speranza” con le sculture terapeutiche di Orazio Coco e allestita nella chiesa del Collegio a Marsala riapre per tutto il mese d’agosto. A volerlo è stato il Comune di Marsala che sostiene l’iniziativa del Cemsi col patrocinio per quest’apertura straordinaria ed estiva. La mostra riapre per tutti i marsalesi che vogliono visitarla ancora (già tremila visite si sono registrate nei mesi addietro), per quei marsalesi che vivono lontani e che d’estate tornano nella loro città, per i numerosi turisti che affollano le vie del centro e che, dal loro viaggio in questa punta estrema della Sicilia, torneranno a casa portando souvenir, bottiglie di vino, ricordi e racconteranno anche de “L’esercito della speranza”. Un popolo di bambini, un esercito di purezza per fare rifiorire l’umanità nuova.
Nasce da qui la ricerca durata quattro anni dello scultore catanese Orazio Coco, 37 anni che è diventata questa mostra organizzata dal Centro mediterraneo di studi interculturali e dalla Diocesi di Mazara del Vallo. Un evento artistico terapeutico che nasce dalla sensazione di appartenere ad una società in cui la maggioranza é priva di valori, in cui prevale il disinteresse reciproco. «Ma, poiché abbiamo il compito di consegnare il mondo alle nuove generazioni, dobbiamo recuperare i giusti valori nei rapporti con gli altri – spiega Orazio Coco – virtù come la fiducia, il coraggio, il perdono, la purezza, sono assenti nel nostro vivere quotidiano tranne nei bambini piccoli. Allora é giusto che tali virtù siano rappresentate da chi le possiede intrinsecamente e da chi ha ancora l’energia di curare le convinzioni alienate dell’adulto». Per questo l’esercito é composto da sculture in terracotta di bambini, che ricordano l’esercito di Qin Shi Huang. Ma, mentre gli 8.000 guerrieri cinesi sono armati, la schiera di virtù di terracotta é nuda. Sono gli sguardi di questi bambini la loro arma. Dai loro occhi, puntati sullo spettatore, si irradia un messaggio. Non importa che questo messaggio sia percepito o accettato.
«I miei bambini – spiega Orazio Coco – hanno il potere magico di curare il mondo. Anche a prescindere da me. Questa é la mia convinzione forse un po’ folle o fuori moda per la società attuale: l’arte deve avere una funzione essenzialmente educativa. Come avveniva tra i popoli primitivi, in cui l’artista collaborava con il mago, il sacerdote o il medico. Qualcuno nel mondo crede ancora nei buoni valori e nella possibilità di comunicarli alla collettività, anche se non sono certo che la collettività voglia essere salvata».
Cinquecento chili di argilla rosa utilizzati, 1120 dita modellate con l’argilla. 114 occhi che ci osservano. Ed ancora 8 virtù (la fiducia, il coraggio, il perdono, il senso della colpa, la purezza, la coscienza, la solidarietà, la responsabilità) da trasmettere. Otto ambientazioni che spingono lo spettatore in un percorso interiore di comprensione dei valori smarriti e desiderio di ritorno alla natura 56 bambini di terracotta, 1 cavallo all’ingresso.