Mario Pellegrino lo dice senza tentennamenti: «I giovani d’oggi hanno preoccupazioni inutili, si riempiono gli armadi di bei vestiti ma poi spesso hanno un cuore vuoto». Il missionario marsalese di 37 anni che da quasi 8 anni è in Sud Sudan, stamattina ha portato la sua testimonianza davanti a una platea di studenti del polo liceale di Castelvetrano, nell’aula magna al Liceo classico “G. Pantaleo” di Castelvetrano per l’incontro organizzato dall’Ufficio diocesano per le migrazioni. Tra le file c’erano anche alcuni migranti accolti in alcuni centri della zona. Mario Pellegrino ha raccontato ai liceali cosa è successo nella sua vita: l’esperienza di un mese in missione in Etiopia quando ancora studiava all’Università di Palermo e poi il cammino da missionario nelle terre dimenticate. Già, terre lontane e povere come l’Africa che la Congregazione dei comboniani (alla quale Pellegrino appartiene) ha scelto per il giovane marsalese. «Una cosa sono le foto, altra cosa è viverci e toccare con mano la povertà – ha detto Mario Pellegrino ai giovani – oggi qui ho la responsabilità di condividere con voi la mia esperienza, di tentare di accendere in voi il sogno di un mondo migliore, anche prendendo posizioni controcorrente».
Il missionario ha raccontato ai liceali la sua esperienza, «non certo per convincere qualcuno a fare la mia stessa scelta, ma solamente per portare la mia testimonianza». L’attività nella parrocchia San Giuseppe Leer per un territorio vasto quanto la Sicilia, la collaborazione con altri 2 missionari, 1 brasiliano e 1 prete italiano di 87 anni. «Sono 117 le comunità cristiane sparse – ha spiegato Mario Pellegrino – e ci muoviamo a piedi facendo anche decine di chilometri al giorno, visitiamo le famiglie portando la parola di Dio, spesso dormiamo a casa loro». E il missionario ha aggiunto: «Come si fa ad avere paura di un povero?». Il riferimento è alla paura – spesso dettata dal pregiudizio e dalla non conoscenza – che gli italiani hanno dei migranti. «Non giudicate mai avendo una visione ristretta – ha detto il Vescovo monsignor Angelo Giurdanella – accogliete senza pregiudizi». Poi il Vescovo ha fatto un passaggio sull’attuale centro d’accoglienza in Albania voluto dal Governo italiano: «È il contrario di quello che è la vera accoglienza – ha detto – costi elevati, tanto personale e, per giunta, già 4 minori dei 16 migranti trasferiti che sono stati riportati in Italia».
Un incontro, quello di stamattina al Liceo, che suor Alessandra Martin, direttrice dell’Ufficio diocesano delle migrazioni e la mobilità umana, ha definito «arricchente». I liceali sono stati anche chiamati a partecipare ad alcuni laboratori di gruppo e hanno anche avuto la possibilità di visitare la mostra “Incontri, sguardi, storie e accoglienze” allestita nella vicina chiesa di San Domenico.